mercoledì 17 dicembre 2008

Richiedenti asilo, aumenta accoglienza negli enti locali

Presentato il "Rapporto annuale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati" realizzato dall'Anci. Sottosegretario Mantovano: 26.898 domande di asilo a novembre 2008.
Sono soprattutto uomini giovani, di età compresa fra i 18 e i 40 anni. I primi paesi rappresentati sono Eritrea, Afghanistan, Etiopia, Costa d'Avorio e Nigeria. I richiedenti asilo e rifugiati accolti in Italia nel 2007 dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), costituito dalla rete degli enti locali che realizzano progetti territoriali di accoglienza, sono stati 6.284, il 15% in più rispetto al 2006. Accoglienza resa possibile attraverso 104 progetti territoriali realizzati da 95 enti locali (88 comuni, 5 province, 2 unioni di comuni) in collaborazione con oltre cento realtà del terzo settore. E per il 2008 la tendenza è in crescita e, a ottobre, le persone accolte nello SPRAR erano già 7002. Sono i dati resi noti oggi a Roma nel corso della presentazione del "Rapporto annuale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, Anno 2007/2008" realizzato dall'Anci. Un monitoraggio che si aggancia a una realtà nella quale il numero di richiedenti asilo ha visto una notevole crescita, come ha evidenziato il sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno Alfredo Mantovano: i richiedenti asilo in Italia erano 9.346 nel 2005, sono diventati 26.898 a novembre 2008.

martedì 16 dicembre 2008

PERMESSI DI SOGGIORNO - QUESTURA DI COSENZA


ELENCO DEI PERMESSI DI SOGGIORNO PRONTI DA RITIRARE PRESSO LA QUESTURA DI COSENZA

Elenco aggiornato al 4 NOVEMBRE 2008

Gli elenchi, nel rispetto della privacy sono formati da soli caratteri alfanumerici riscontrabili sulla ricevuta di presentazione dell'istanza o sulla ricevuta postale ( numero bollettino - numero assicurata ) in possesso del richiedente.

· permessi di soggiorno in formato cartaceo (vecchio modello);

· permessi di soggiorno elettronici.

Il cittadino extracomunitario che riscontra sugli elenchi l'avvenuta definizione della propria pratica, può ritirare il documento presso l'ufficio in cui ha presentato l'istanza, solo i PSE devono essere ritirati presso lo sportello dell'Ufficio Immigrazione della Questura.


Documenti

* PERMESSI CARTACEI PRONTI AL 04/11/2008
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* PERMESSI ELETTRONICI PRONTI AL 04/11/2008
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venerdì 12 dicembre 2008

Immigrati/ Decreto flussi 2008, al via procedure on line


Il 3.12.2008 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il Decreto Flussi 2008 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10.12.2008.


Il decreto in questione prevede una quota complessiva di 150.000 persone per motivi di lavoro subordinato non stagionale, da ripartire tra le regioni e le province autonome a cura del Ministero del Lavoro, della Salute e delle politiche sociali, in base ai dati forniti dal Ministero dell’Interno sulle richieste inviate agli sportelli unici entro il 31 maggio 2008.

La quota è così ripartita:
  • 44600 cittadini dei 14 Paesi non comunitari che hanno stipulato accordi con l'Italia.

  • 105400 cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero provenienti dai paesi diversi da quelli che hanno sottoscritto accordi con l’Italia, di cui sopra, ma soltanto per motivi di lavoro domestico o di assistenza alla persona. La volontà dichiarata è dare riscontro in via prioritaria ai bisogni delle famiglie, consentendo in prevalenza gli ingressi per lavoro domestico e assistenza alla persona.

La quota di 44.600, come specificato nella circolare del Ministero dell’Interno del 5/12/2008, è da intendersi per tutte le tipologie di lavoratori (sia ogni tipo di lavoro dipendente sia lavoro domestico) provenienti dai Paesi elencati mentre quella di 105.400 lo è solo per i lavoratori domestici provenienti da tutti gli altri Paesi.

Trascorsi sessanta giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, qualora vi siano quote significative non utilizzate, si procederà ad una nuova ripartizione sulla base delle effettive necessità riscontrate dal mercato del lavoro.

Il Decreto decorre dal 15 dicembre e prevede il ripescaggio di una parte delle domande di assunzione presentate entro il 31 maggio 2008 in seguito al Decreto Flussi 2007 e non rientrate nella quota dei 170000; le domande saranno trattate sulla base del rispettivo ordine cronologico di presentazione.

Per i soli datori di lavoro di origine straniera non comunitari, persone fisiche, sono richiesti i seguenti requisiti:

• l’essere in possesso o aver fatto richiesta entro la data del 10.12.2008: - carta di soggiorno (cartacea o elettronica) - permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo - carta di soggiorno rilasciata al cittadino straniero familiare di cittadino comunitario.

• confermare a partire dal 15 dicembre e entro il termine perentorio di 20 giorni (3 gennaio 2009), l’interesse all’assunzione a pena di esclusione. Non è richiesta nessuna conferma ai datori di lavoro italiani.

È previsto un ruolo per i Patronati, vista la sottoscrizione dei protocolli d'intesa. Ai Patronati che hanno inoltrato pratiche di datori di lavoro di origine straniera non comunitari, verrà richiesto o di rilasciare il codice identificativo domanda e il codice di verifica presente nella ricevuta dell’avvenuta ricezione dell’istanza da parte del Ministero dell’Interno, così da permettere al soggetto di poter gestire eventualmente da solo la procedura collegandosi al sito dello stesso Ministero dell’Interno, oppure di rispondere, su richiesta del datore di lavoro, direttamente tramite via telematica.

Il Patronato Acli invierà in questi giorni a tutti i datori di lavoro di origine straniera, non comunitaria che, per il Decreto Flussi 2007 si sono rivolti alle proprie sedi, una lettera con cui li avvisa della novità emersa dal Decreto Flussi invitandoli a recarsi negli uffici ove è stata lavorata l’istanza, per dare la conferma di cui sopra.

giovedì 4 dicembre 2008

Decreto flussi 2008: 150.000 cittadini extracomunitari ammessi in Italia per motivi di lavoro subordinato non stagionale

Le quote saranno attinte dalle richieste inviate agli sportelli unici per l'immigrazione entro il 31 maggio 2008

È stato firmato il 3 dicembre 2008 il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che determina la programmazione dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari nel territorio dello Stato per l'anno 2008.

Si tratta di complessivi 150.000 cittadini extracomunitari che entrano in Italia per motivi di lavoro subordinato non stagionale.

In particolare, le quote riguardano:

  • 44.600 lavoratori domestici o di altri settori produttivi, provenienti da Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere specifici accordi di cooperazione in materia migratoria, ripartiti secondo la tabella allegata
  • 105.400 lavoratori domestici o di assistenza alla persona, provenienti da altri Paesi.

Il provvedimento è stato adottato in considerazione dell’attuale congiuntura economica e del prioritario fabbisogno delle famiglie nel settore dell’assistenza domiciliare.

Le selezioni avverranno tenendo conto delle richieste dei datori di lavoro pervenute agli sportelli unici per l’immigrazione entro il 31 maggio 2008 eccedenti la quota dei flussi prevista con decreto del 30 ottobre 2007.
Il datore di lavoro non comunitario, persona fisica, dovrà essere in regola del titolo di soggiorno (art. 9 decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286) o ne abbia presentato richiesta alla data di pubblicazione del decreto e, a decorrere dal 15 dicembre 2008, dovrà confermare l’interesse all’assunzione. Tale procedura, che dovrà concludersi entro venti giorni, prevede la compilazione di alcuni campi su un’apposita pagina web sul sito del Ministero dell'Interno.

mercoledì 22 ottobre 2008

Cambia la disciplina per ricongiungimenti familiari e rifugiati


Misure più severe sul riconoscimento dello status di rifugiato e sui ricongiungimenti familiari

Pubblicato dalla Gazzetta ufficiale n. 247 del 21 ottobre il D.Lgs. 3 ottobre 2008 n. 159 che modifica e integra il precedente D.Lgs 25/2008, attuativo della direttiva 2005/85/CE relativa alla normativa per le procedure applicate dagli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello stato di rifugiato.

Il provvedimento prevede, fra l'altro, che lo straniero il quale abbia richiesto lo stato di rifugiato, ma non lo ottenga in sede amministrativa, possa essere espulso prima che abbia il tempo di presentare ricorso al tribunale.

Sono stati, inoltre, introdotti altri limiti, ad esempio:

a) sino alla decisione della Commissione competente a decidere la concessione dello status, lo straniero potrà circolare soltanto in un luogo di residenza indicato dal Prefetto;

b) se presenterà domanda di asilo, dopo aver subito un'espulsione, verrà trattenuto in un C.I.E. (Centro di Identificazione ed Espulsione);

c) chi avrà subito il rifiuto da parte della Commissione della protezione, dovrà lasciare immediatamente il territorio nazionale e verrà espulso con accompagnamento alla frontiera;

d) lo straniero espulso potrà, però, presentare ricorso attraverso la rappresentanza diplomatica italiana e, solo per gravi motivi personali o di salute, potrà chiedere al Prefetto l'autorizzazione a rimanere all'interno del territorio nazionale.

Il decreto legislativo 160/2008 prevede misure più severe sui ricongiungimenti familiari. Il diritto spetterà: al coniuge maggiorenne non legalmente separato; ai figli minori non coniugati, con il consenso dell’altro genitore; ai figli maggiorenni a carico, se invalidi totali; ai genitori a carico ovvero ultrasessantacinquenni, se gli altri figli sono impossibilitati al loro sostentamento per gravi motivi di salute.

L’esame del Dna, a spese degli interessati, potrà sanare la carenza di documentazione o chiarire i dubbi sui legami di parentela.

Per ogni parente occorrerà la disponibilità di un reddito lecito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, aumentato della metà dell’importo per ogni familiare. Per il ricongiungimento di due o più figli di età inferiore a 14 anni o di due o più familiari dei titolari dello status di protezione sussidiaria sarà necessario un reddito non inferiore al doppio dell’assegno sociale annuo. Per i genitori ultrasessantacinquenni sarà richiesta un’assicurazione sanitaria obbligatoria o l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale.

L’attesa per il nulla osta passa da 90 a 180 giorni.

giovedì 9 ottobre 2008

IMMIGRAZIONE: LE ACLI CONTRO IL PERMESSO DI SOGGIORNO A PUNTI. “NON SI GIOCA CON LA VITA DELLE PERSONE”

Roma, 8 ottobre 2008 – Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani respingono come «offensiva della dignità degli immigrati» la proposta di introdurre con un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza il “permesso di soggiorno a punti” per i cittadini extracomunitari, alla stregua della patente di guida.

«Non si gioca con la vita delle persone» afferma il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero. «Il permesso di soggiorno è uno strumento normativo che ratifica un diritto, non è un concorso a punti. La legislazione sull’immigrazione, così come quella penale, ha gli strumenti per revocare eventualmente questo titolo qualora se ne verifichino le condizioni. Tutto il resto è discriminatorio. Chi fa proposte di questo tipo si assume la responsabilità politica e morale di favorire quel clima pericoloso di “regressione culturale” di cui ha parlato autorevolmente il presidente della Conferenza episcopale».

La perplessità delle Acli non riguarda solamente la boutade del permesso a punti. Il presidente Olivero raccoglie la denuncia di mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti, e rilancia: «Dobbiamo invertire la “tendenza al ribasso” nei confronti degli immigrati, caratterizzata dall’erosione degli standard umanitari e dell’introduzione di norme meramente restrittive o punitive». E al ministro dell’Interno Roberto Maroni, che oggi alla Camera ha voluto scongiurare il rischio razzismo invitando ad evitare allarmismi, il presidente delle Acli risponde: «Nessun allarmismo, ma neanche è possibile far finta di non vedere ciò che accade». Soprattutto – concludono le Acli – si stenta davvero a riconoscere quali siano le politiche di integrazione “vere” e “reali” di cui parla oggi il ministro».

lunedì 6 ottobre 2008

ITALIANI ALL'ESTERO: ACLI BRASILIANE A CONGRESSO

Lunedì 6 ottobre a San Paolo. Presente dall'Italia il presidente nazionale Andrea Olivero

Si svolgerà nella città di San Paolo, lunedì 6 ottobre, il congresso nazionale delle Acli Brasiliane, che porterà all'elezione del presidente e dei nuovi organi dirigenti. Alle 9.30, presso la sede nazionale delle Acli in Avenida Ipiranga 318, aprirà i lavori il presidente in carica Giacomo Guarnera. Presiede l'assemblea il responsabile della Rete mondiale aclista Michele Consiglio, vicepresidente delle Acli italiane. A conclusione, l'intervento del presidente delle Acli italiane e internazionali (FAI) Andrea Olivero.Nel pomeriggio, tavola rotonda Le Acli in Brasile promotrici di sviluppo locale. Intervengono: il console generale d'Italia Marco Marsilli e il consigliere del Cgie Claudio Pieroni. Partecipano: Flávio Célio Goldman, segretario municipale del settore Relazioni internazionali; Pe. Alfredo Lima, dell'Arcidiocesi di San Paolo; José Rocha Filho, docente dell'Università Uniitalo. Per le Acli: Rita Blasioli, coordinatrice del Patronato Acli in Uruguay; Maurizio Drezzadore, responsabile del dipartimento Lavoro delle Acli italiane e presidente Enaip (Ente di formazione professionale); Francesco Martinelli, responsabile settore estero del Patronato Acli; Giacomo Morandini, della Ong Ispia. Coordina Edoardo Pollastri, vicepresidente delle Acli Brasile.L'indomani, martedì 7 ottobre, la delegazione delle Acli dall'Italia sarà ricevuta dal Console generale d'Italia Marco Marsilli, quindi dal vescovo ausiliare di S. Paolo Tarcisio Scaramussa. Prevista la visita all'Arsenal de Esperança del Sermig. Nel pomeriggio, incontro con i rappresentanti dell'Unicamp, l'Universidade Estadual de Campinas, per un progetto di ricerca sull'immigrazione italiana a Campinas.

mercoledì 1 ottobre 2008

Rapporto Migrantes 2008: la giovane Italia nel mondo


Presentata a Roma, presso l’Auditorium del Lavoro, la terza edizione del “Rapporto Italiani nel Mondo 2008” promosso dalla Fondazione Migrantes

La nuova edizione del Rapporto Migrantes, pubblicato dalle edizioni Idios, consolida quest’anno la sua funzione di osservatorio sulla realtà, troppo spesso ignorata, dell’emigrazione italiana. Il volume presentato a Roma non è solamente un resoconto statistico dei flussi migratori, né una cartolina che abbia valore per l’immagine che ha stampata sopra. C’è una storia, dietro, milioni di storie, scritte e firmate dai milioni di italiani nel mondo. Sono i racconti della vecchia emigrazione e della nuova, della nostalgia e delle aspettative, del passato e dell’attualità.
“Descrivere semplicemente l’emigrazione – scrive mons. Piergiorgio Saviola Direttore Generale della Fondazione Migrantes - è tutt’altro che un compito banale, perché questa realtà sfugge per lo più al gran pubblico, non solo per quanto riguarda il passato ma anche relativamente al presente e al futuro: tra gli stessi addetti ai lavori si riscontrano incertezze quando si tratta di inquadrare cosa significhi il concetto di “italianità” nel mondo e il fatto di essere italiani (tanto più se nati all’estero) in altri paesi”.
Il Rapporto Migrantes 2008 vuole, infatti, essere, prendendo in prestito le parole di don Michele Morando, direttore dell’Ufficio per la Pastorale degli Italiani nel mondo della Migrantes “uno sguardo che ci aiuti ad abbracciare la nostra storia, i 150 anni del nostro esodo all’estero e gli ultimi 30 anni di immigrazione in Italia”.
Uno sguardo da una posizione privilegiata che ci aiuti a capire – per chi ancora non l’avesse capito – come mantenere viva questa storia, e dinamica, rivolta al futuro. Solidarietà e cooperazione. Perché, come ha ricordato don Michele Morando, gli italiani all’estero sono gli “immigrati di ieri”
e gli stranieri in Italia sono “gli immigrati di oggi”.
Spezzare questa catena di solidarietà significherebbe rompere i legami stessi che legano ciascun migrante al proprio paese. Significherebbe svilire la storia del fenomeno migratorio italiano, sia come flussi in uscita, sia come flussi in entrata. Basterebbe ricordare le condizioni che hanno spinto gli italiani a emigrare, e prendere coscienza dell’attuale iniquità della distribuzione della ricchezza nel mondo per comprendere, come ricorda il Rapporto, che “possono impegnarsi con noi sia gli italiani all’estero che gli immigrati esteri in Italia, costruendo una rete che di per se stessa è garanzia di riuscita”.

ITALIANI NEL MONDO- Il numero degli italiani nel mondo è aumentato di oltre 200 mila unità rispetto allo scorso anno. 3.734.428 i residenti italiani all’estero e almeno 60 milioni gli oriundi italiani nei cinque continenti.
I flussi migratori- Nei paesi europei (56,7%), in America (37,9%), in Oceania (3,4%), in Africa (1,3%), in Asia (0,8%). In due casi su tre, l'emigrato è proveniente da una regione del sud (36,2%), mentre il 19,4% dalle isole, il 15,4% dal nord est, il 14,6% dal nord ovest, il 14,4% dal centro. Il 52,8% sono celibi e nubili; il 39% è coniugato e il 2,7% vedovo. Il 45% (1.774.677) sono donne.
Secondo i dati forniti dal Rapporto la regione italiana con più emigrati è la Sicilia con 629.114 residenti all’estero, seguita dalla Campania con 395.064, la Calabria con 328.910 e il Lazio con 308.966. Il comune con più presenze è Roma (207.769), seguita da Milano con 41.894 e Napoli con 32.179 residenti all’estero.
Nati all’estero- Sono 3.734.428 gli italiani residenti all'estero (dati Aire dell'aprile 2008) ma solamente il 59% è effettivamente emigrato dall’Italia. Il 34,3% è, invece, nato all'estero.
Dal 1990 al 2007, le nascite sono state 433.691, circa 24.000 all’anno, una ogni 20 nascite in Italia. Il totale degli iscritti all'Aire per nascita è di 1.280.065 persone. Il legame che questi giovani insturano con l’Iitalia, recita il Rapporto Migrantes è diverso da quello dei propri genitori. “Il loro senso di italianità riveste diverse implicazioni sociali e culturali che i giovani di per sé non rifiutano, a condizione di esplicitarle in maniera concreta e di comporle con il fatto di vivere in un'altra società. Essi insistono su una maggiore cooperazione economica con in paesi dove risiedono, e molto pragmaticamente, restano aperti a uno scambio che li possa aiutare anche nella loro vita professionale”.
Emigrazione giovane- Secondo il Rapporto, i cittadini italiani residenti all’estero ad aprile 2008 sono 3.734.428. Di questi oltre la metà (54%) è costituito da giovani al di sotto dei 35 anni. Il 60,6% (1,2 milioni) di questa popolazione under 35 è concentrata in Europa. Tra chi ha meno di 35 anni, 3 su 10 (606 mila) sono minorenni e 2 su 5 fanno parte della classe di età 18-24.
Si tratta in massima parte dei neolaureati che lasciano l’Italia per il Regno Unito (19,2%), la Francia (12,6%), la Spagna (11,4%) e gli Usa (9,8%). Elaborando i dati di Almalaurea, consorzio delle più importanti università italiane, la Fondazione Migrantes ha potuto dare un volto a questi giovani “cervelli in fuga” che, a differenza delle generazioni passate che hanno lasciato l’Italia, non sognano affatto di rientrare in Italia. A cinque anni dalla laurea, sono, infatti, 52 su 100 i laureati occupati all'estero, principalmente con titoli nel ramo scientifico e tecnologico, che considerano molto improbabile il loro ritorno.

CULTURA- Sono 34.689 i corsi di lingua e cultura italiana promossi dal Ministero degli Affari Esteri nell’anno scolastico 2006/2007, per un totale di iscritti che sfiora le 650 mila unità.
Da sola, la Società Dante Alighieri coinvolge con i suoi corsi oltre 200mila studenti.
Il Rapporto Migrantes presenta anche una ricerca sperimentale condotta con il patrocinio di Acli, Epasa, Inas, Sias. Sebbene il campione non soddisfi appieno i criteri di rappresentatività, le interviste hanno permesso di svelare alcuni aspetti nuovi del modo di vivere degli italiani all’estero.
Dai risultati della ricerca emerge un miglioramento della loro situazione. Casa di proprietà e, in molti casi, secondo immobile in Italia dove trascorrono parte delle vacanze. Sono molto legati alla religione e alle vicende del nostro Paese, di cui si interessano leggendo giornali italiani e guardando i programmi Rai.

SICUREZZA: CONTROLLI ANTIPROSTITUZIONE NEL COSENTINO

(AGI) - Cosenza, 1 ott. - L’operazione, che ha interessato i Comuni di Corigliano, Cassano e Spezzano fino a Tarsia Nord, e’ stata coordinata direttamente dal Questore di Cosenza, Raffaele Salerno, con la partecipazione di personale della Questura di Cosenza, dell’Ufficio Immigrazione, della Polizia Scientifica, dell’Ufficio Provinciale Sanitario della Polizia di Stato, del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale di Cosenza, del Reparto Mobile di Reggio Calabria, di personale dei Commissariati di P.S. di Rossano e Castrovillari, dell’Arma Carabinieri di Corigliano, della Guardia di Finanza di Corigliano Calabro e dalla Polizia Municipale di Corigliano Calabro.

Sono state identificate ventitre’ straniere di nazionalita’ nigeriana e rumena, tra cui anche una minorenne. Al termine dell’operazione, 5 cittadine nigeriane verranno accompagnate in un Centro di Identificazione ed Espulsione e le altre saranno munite di Decreto di Espulsione con invito a lasciare il Territorio Nazionale entro 5 giorni. Per le cittadine rumene e’ al vaglio il provvedimento di revoca del diritto di permanenza in Italia per motivi di Ordine e Sicurezza Pubblica, mentre per la minorenne e’ stato interessato il Tribunale per i Minori di Catanzaro. L’operazione non e’ comunque da considerarsi conclusa. (AGI)

martedì 23 settembre 2008

Immigrazione: misure ingiuste e controproducenti

Il Cdm sui ricongiungimenti familiari. Olivero: 'Inascoltate le parole di Bagnasco'


Roma, 23 settembre 2008 - «Stupisce davvero come neppure più la Chiesa sembra venire ascoltata da questo Governo sul tema dell'immigrazione». Il presidente nazionale delle Acli interviene con un giudizio severo sui contenuti dei decreti legislativi approvati questa mattina dal Consiglio dei ministri riguardanti i ricongiungimenti familiari e le procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato. «Proprio ieri - commenta Andrea Olivero - il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale, aveva chiesto 'risposte positive' per un'integrazione sociale 'equilibrata' a partire dalle domande di ricongiungimento familiare. Il Governo invece - insensibile a questi richiami così come alle tragiche vicende dei giorni scorsi a Milano, piuttosto che a Castelvolturno - risponde con un inasprimento assolutamente ingiustificato dei requisiti per ottenere il ricongiungimento degli immigrati regolari con i propri familiari. E persino per quanto riguarda i rifugiati, si predispone un inasprimento delle misure nei confronti dei richiedenti, quando ancora manca in Italia, unico paese in Europa, una legge che regoli seriamente il diritto d'asilo».

«Il peggio - continua il presidente delle Acli - è che queste misure restrittive non sono solo ingiuste, ma controproducenti. L'inasprimento delle procedure per l'entrata o la permanenza regolare nel nostro Paese non fa altro che aumentare il tasso di immigrazione clandestina, aggiungendo ai nuovi arrivi - che sono tutt'altro che cessati, al contrario di quanto profetizzava in primavera il Governo - le situazioni di ritorno alla clandestinità causate dalla lentezza burocratica. La vicenda del decreto flussi, in questo senso, è un esempio fin troppo lampante».

«Ma soprattutto - conclude Olivero - ostacolare il ricongiungimento familiare significa boicottare lo strumento principale di integrazione sociale degli stranieri in Italia, con tutte le conseguenze che ciò comporta sul piano della dignità delle persone, del futuro delle cosiddette seconde generazioni e della stessa sicurezza dei cittadini».

IMMIGRAZIONE: NUOVE REGOLE SU CPT, ASILO E RICONGIUNGIMENTI

Cinquecento militari nella zona del casertano, dieci nuovi centri accoglienza per immigrati, due nuovi decreti legislativi in materia di asilo e di ricongiungimenti familiari.

Roberto Maroni, ministro dell'Interno, al termine del Consiglio dei ministri spiega ai giornalisti le numerose decisioni prese dal governo. Innanzitutto i 500 militari che saranno inviati per un maggior controllo del territorio nelle zone ad alto rischio di criminalita' e il finanziamento di dieci nuovi centri per immigrati con i fondi relativi al 2008, 2009, 2010. "Nel 2007 - ha spiegato Maroni - da gennaio a fine settembre sono giunti in Italia 14.200 immigrati; nello stesso periodo del 2008 ne sono arrivati 23.600, con un aumento del 60%. Abbiamo quindi individuato le dieci regioni, che ne erano sprovviste, dove costruire i nuovi centri per gli immigrati". Maroni ha spiegato inoltre che la Commissione europea ha dato il via libera a due decreti legislativi, quello per i richiedenti asilo e quello relativo ai ricongiungimenti familiari. Per quel che riguarda le richieste di asilo, nel 2007 ci sono state 14 mila domande e per questo e' nata la necessita' di mettere a punto delle procedure che evitino gli abusi. Oggi, se un clandestino arriva viene messo in un centro di accoglienza chiuso mentre i richiedenti asilo vanno in centri aperti e da dove possono fuggire. Quindi, quanti chiederanno asilo saranno destinati ad un luogo dove soggiornare, sotto la tutela di qualcuno che funga da garante. Per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari, si dovra' fare in modo che l''identita' venga dimostrata in maniera inconfutabile e, se le autorita' consolari di un Paese non riescono ad accertare la parentela con un immigrato residente in Italia si potra' fare ricorso all'analisi del dna, analisi che sara' a carico del richiedente. (AGI) - Roma, 23 set. -

lunedì 22 settembre 2008

Campagna di comunicazione sull’integrazione dei migranti


Partirà ad ottobre la campagna di comunicazione sull’integrazione delle persone immigrate, promossa dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

La campagna si pone l’obiettivo di favorire la convivenza nella nostra società tra cittadini stranieri e cittadini italiani mediante l’informazione e la diffusione dei principi fondamentali della Costituzione, dell’ordinamento giuridico nazionale e dei percorsi di inclusione sociale, elementi essenziali per creare e sostenere un dialogo interculturale effettivo e consapevole.

La maggiore consapevolezza dei diritti e dei doveri di cui sono titolari i cittadini migranti e la migliore conoscenza del fenomeno migratorio da parte dei cittadini italiani verranno promosse attraverso iniziative a carattere specifico integrate tra loro: un tour di contatto, tornei di calcio a cinque e una campagna pubblicitaria.

Durante i “tour di contatto per l’integrazione” operatori specializzati incontreranno le persone immigrate nelle loro città di residenza (Roma, Torino, Milano, Brescia, Vicenza, Treviso, Bari e Palermo) e nei loro abituali luoghi di ritrovo per svolgere attività di supporto e per distribuire il vademecum “Immigrazione: come, dove, quando”, una pubblicazione in 8 lingue realizzata per accompagnare il cittadino straniero nel suo percorso d'integrazione e per aiutarlo nella soluzione dei problemi quotidiani più frequenti: dal contratto di lavoro all'iscrizione dei figli a scuola, dal rilascio della patente all'apertura di un conto corrente in banca. Una sezione apposita è dedicata alle principali norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, per favorirne la conoscenza e per sottolineare l’importanza dell’utilizzo degli strumenti di protezione. Il vademecum, attualmente in corso di ristampa, sarà consultabile anche sul sito istituzionale www.lavoro.gov.it. Durante i tour di contatto, che saranno preceduti da una campagna di comunicazione locale per promuovere l’iniziativa, si svolgerà un concorso a premi che metterà in palio servizi e beni di prima necessità per tutti i partecipanti.

I “tornei di calcio per l’integrazione”, organizzati in collaborazione con la Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti), si svolgeranno in 8 città, significative dal punto di vista della presenza di popolazione straniera: Roma, Milano, Torino, Venezia, Mantova, Lecce, Prato e Modena. Ogni torneo di calcio a 5 durerà un mese e mezzo e vedrà in ogni sede la partecipazione di 8 squadre, ciascuna di 12 giocatori. Le formazioni “miste” saranno composte da 6 cittadini italiani e 6 stranieri. L’iscrizione al torneo e il materiale tecnico saranno gratuiti. In ogni città l’evento sarà preceduto da incontri con le comunità straniere locali.

La campagna sarà sostenuta da una comunicazione multimediale, pensata per raggiungere sia la popolazione italiana sia quella immigrata, articolata su diversi mezzi: televisione, stampa, radio, affissioni e internet. L’on air della campagna sarà il 5 ottobre.

L’intera campagna sarà lanciata il 26 settembre a Lampedusa nell’ambito della 2^ edizione de “Gli uomini della storia accanto”, tavola rotonda sul fenomeno migratorio e sul valore dell’integrazione tra culture, alla quale parteciperanno diverse Istituzioni e Organizzazioni Internazionali non governative. L’appuntamento rientra nel calendario del Festival “O’Scià”, manifestazione ideata dall’omonima Fondazione del Maestro Claudio Baglioni, in programma nelle Isole Pelagie dal 24 al 27 settembre.

venerdì 19 settembre 2008

Elettricità: bonus sociale, al via le modalità applicative


Interessati 5 milioni di clienti in condizioni di disagio economico – Fino a 135 euro di ‘sconto’

Al via le modalità applicative necessarie per l’attivazione da parte degli operatori del nuovo regime di protezione sociale che garantirà un risparmio del 20% circa sulle bollette dell’energia elettrica ai clienti domestici in condizioni di disagio economico. Il valore del ‘bonus’ sarà differenziato a seconda della numerosità del nucleo familiare (60 euro/anno per un nucleo familiare di 1-2 persone, 78 euro/anno per 3-4 persone, 135 euro/anno per un numero di persone superiore a 4). A regime, si stima che potranno beneficiare della compensazione sociale circa 5 milioni di clienti disagiati, ai quali saranno assegnati, nel complesso circa 384 milioni di euro l’anno.

Il sistema sarà pienamente operativo dal gennaio 2009 e prevede che il godimento del bonus possa essere anche retroattivo per tutto il 2008, per le richieste effettuate entro il 28 febbraio 2009 (delibera ARG/elt 117/08, disponibile sul sito www.autorita.energia.it). Nel corso delle prossime settimane, l’Autorità, gli operatori e i Comuni renderanno disponibili informazioni di dettaglio per la presentazione da parte dei clienti della richiesta per essere ammessi al bonus sociale.

Il bonus per i clienti domestici disagiati: chi può chiederloPotranno accedere al bonus sociale, secondo quanto stabilito dal decreto interministeriale 28 dicembre 2007, tutti i nuclei familiari che dispongono di un ISEE, il cui valore sia inferiore o uguale a 7500 euro. L’ISEE è l’indicatore di situazione economica equivalente, che permette di misurare la condizione economica delle famiglie, tenendo conto del reddito, del patrimonio mobiliare-immobiliare e delle caratteristiche di numerosità e tipologia. E’ già ampiamente utilizzato per l’accesso ad altre prestazioni a carattere sociale, soprattutto a livello locale. A titolo puramente esemplificativo, un nucleo familiare composto da padre, madre e due figli, monoreddito, in affitto e senza ulteriori disponibilità patrimoniali, rientra nella soglia ISEE di 7.500 con reddito annuo lordo fino a circa 23.400 euro.

Come chiedere il bonusUna volta attivato l’apposito sistema informatico per far fronte alle richieste, che secondo la delibera dell’Autorità dovrebbe essere completato entro 90 giorni, il cliente domestico disagiato potrà fare richiesta di accesso al bonus recandosi presso il proprio Comune di residenza con l’attestazione del valore ISEE. Il cliente finale interessato dovrà anche presentare le indicazioni sulla sua fornitura elettrica (già reperibili su ogni bolletta) e sulla numerosità della famiglia anagrafica.
La domanda, dopo gli opportuni controlli, darà diritto al riconoscimento della compensazione per 12 mensilità (salvo rinnovo).

La riforma della tariffa domesticaPer recuperare i circa 384 milioni di euro necessari all’erogazione del bonus sociale, è prevista l’introduzione di una nuova componente tariffaria (denominata As) che verrà applicata alla generalità dell’utenza (domestica e non), ad esclusione dei soggetti destinatari della compensazione.
L’applicazione del bonus, non comporterà comunque variazioni della spesa elettrica della famiglia tipo (con consumi di 2.700 kWh/anno e 3 kW di potenza impegnata). Contestualmente all’introduzione del regime di tutela sociale, con la delibera ARG/elt 117/08, l’Autorità ha infatti disposto la revisione della struttura tariffaria applicata alla generalità della clientela domestica. Il nuovo regime sarà in vigore dal 1 gennaio 2009 e comporta alcune novità di rilievo.

In particolare, grazie ad alcune rimodulazioni del sistema verrà di fatto assicurato un ulteriore riallineamento della tariffa ai reali costi sottostanti, riassorbendo parzialmente i meccanismi di sovvenzione incrociata, presenti nell’attuale sistema tariffario.

Il riallineamento comporterà una diminuzione di spesa di qualche punto percentuale per i consumi medio-alti (2700-4800 kWh/anno) nelle abitazioni di residenza, situazione che interessa tipicamente le famiglie numerose. Allo stesso tempo, vi sarà un aumento di spesa per i consumi molto alti (sopra i 5000 kWh/anno) e per quelli bassi (ad esempio single benestanti).

mercoledì 17 settembre 2008

UNIONE EUROPEA: ITALIA CAMBI NORMATIVA SULLA SICUREZZA


La Commissione Ue ha chiesto all'Italia di modificare alcuni parti della legislazione gia' in vigore sulla sicurezza. Tra queste, la norma che introduce l'aggravante della clandestinita' per gli immigrati che commettono un reato, che non e' conforme al diritto comunitario

Bruxelles, 17 set. (Apcom) - La Commissione europea ha chiesto al governo italiano di modificare il decreto legge che, lo scorso luglio, ha modificato l'art.61 del codice penale, aggiungendo la residenza illegale tra le circostanze aggravanti in caso di reato, senza alcuna distinzione tra extracomunitari e cittadini di altri paesi dell'Ue. Lo ha precisato, oggi a Bruxelles, il portavoce del commissario europeo alla Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot. Secondo il portavoce, Michele Cercone, l'Italia dovrà "mettere in linea" questa legislazione con il diritto comunitario, che non consente differenze di trattamento fra cittadini Ue, da qualunque Stato membro provengano.

In sostanza, Barrot contesta il fatto che in Italia un cittadino di un altro Stato membro che commette un reato, se in situazione di residenza irregolare, non possa godere delle attenuanti generiche accessibili ai cittadini italiani, e che il suo reato sia considerato passibile di una pena più grave.

Il decreto sotto accusa, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 luglio scorso, è entrato in vigore il giorno successivo. Ieri, il Servizio giuridico del Parlamento europeo ha emesso un parere in cui lo considera incompatibile con il diritto Ue, e l'eurodeputata liberale romena Adina Valean ha chiesto immediatamente a Barrot di intervenire, deferendo l'Italia alla Corte di giustizia europea. Lo stesso Barrot aveva già espresso, e ha ripetuto ieri, le sue perplessità sul fatto di considerare la residenza illegale degli stranieri come una circostanza aggravante per chi compie un reato.

"Ci sono attualmente - ha detto Cercone rispondendo a un cronista durante la conferenza stampa odierna della Commissione europea - una serie di discussioni in corso con il governo italiani sull'insieme dei decreti che ci sono stati presentati il primo agosto. Ci sono tre decreti che non sono ancora entrati in vigore e per i quali siamo in contatto con le autorità italiane e su cui abbiamo chiaramente indicato quali sono secondo noi le modifiche che devono essere introdotte per essere sicuri che questi decreti siano in linea con il diritto comunitario".

A una nuova domanda che chiedeva una risposta più specifica sul decreto in questione, puntualizzando che è già entrato in vigore, il portavoce ha replicato: "Barrot vuole e considera suo dovere vegliare affinché le legislazioni degli Stati membri siano in applicazione delle direttive europee, e desidera avere un diritto chiaro, consolidato, compatibile con il diritto comunitario. Nel caso specifico - ha finalmente precisato Cercone - è chiaro che chiederemo e abbiamo già chiesto al governo italiano di introdurre le modifiche necessarie, e faremo tutto ciò che è in nostro potere e nelle nostre competenze per essere scuri che le leggi italiane restino in linea con il diritto Ue".

Oltre ai tre decreti non ancora in applicazione, ha aggiunto il portavoce, "ci sono anche delle modifiche che abbiamo chiesto su una parte della legislazione che è già in vigore, e che non ci è stata notificata, ma sulla quale ci siamo attivati e che abbiamo esaminato. E anche veglieremo anche su questa parte della legislazione affinché sia in linea con il diritto comunitario. Abbiamo già chiarmente fatto capire al govermo italiano - ha concluso Cercone - che ci sono delle modifiche da approtare affinché queste legislazione sia effettivamente in linea con il diritto comunitario".

Secondo fonti della Commissione, i contatti in corso fra Bruxelles e le autorità italiane fanno prevedere che il governo modificherà presto il decreto nel senso richiesto da Barrot. Non è chiaro se l'aggravante di reato, a questo punto, sarebbe eliminata del tutto o se, come appare più probabile, verrebbero "graziati" solo i cittadini comunitari (secondo la specifica richiesta di Bruxelles). In questo caso, la discriminazione di sposterebbe su un altro piano, non più di stretta competenza della Corte di giustizia Ue e della Commissione europea.

lunedì 15 settembre 2008

Apre a Cosenza il Consolato per i Romeni in Italia


Dopo più di due anni, saranno attivi da questo mese i tre nuovi consolati di Bologna, Cosenza e Trieste. Il Governo romeno ha dato il via libera alla nomina di tre diplomatici di carriera alla guida delle tre rappresentanze.

Notizie utili per i romeni che vivono in Italia. Dopo un iter lungo più di due anni, le autorità di Bucarest attiveranno da questo mese tre nuovi consolati a Bologna, Cosenza e Trieste. Il Governo romeno ha dato il via libera alla nomina di tre diplomatici di carriera alla guida delle nuove rappresentanze diplomatiche: Dan Eugen Pineta, ex direttore dell’Accademia di Romania a Roma diventa così console a Bologna; Petre Liţiu a Cosenza ed infine Radu Octavian Dobre a Trieste.

L’esecutivo ha nominato un nuovo console anche a Torino, dopo che l’ex capo della missione era entrato in conflitto con il ministro romeno del Lavoro che lo accusava di non aver organizzato al meglio l’ultima “borsa lavoro” per gli immigrati romeni che vogliono rientrare in patria. Il nuovo console, Iulia Buje, arriva direttamente da Lione, dove aveva diretto il consolato generale romeno, e vanta una lunga esperienza diplomatica in Italia, avendo ricoperto già l’incarico di console generale a Milano tra il 1998 e il 2002. L’apertura dei tre consolati romeni mira rafforzare la rete dei consolati generali (Milano, Roma, Torino) e dei cinque consolati onorari (Firenze, Treviso Asolo, Genova, Trento, Bari), ma anche i rapporti bilaterali italo - romeni.

La nomina dei nuovi consoli avviene a pochi giorni dal primo vertice congiunto dei governi italiano e romeno, che si terrà il prossimo 9 ottobre a Roma. “In contemporanea - ha annunciato Ovidiu Silaghi, ministro romeno per le Piccole e medie imprese, durante il suo primo incontro a Bucarest con Mario Cospito, il nuovo ambasciatore d'Italia in Romania - il governo romeno lancerà a Roma, Milano e Torino una nuova campagna per promuovere l'immagine della Romania”.
”Il tutto – ha aggiunto Silaghi - perché, anche se in Romania si contano 26.400 imprese a capitale italiano e 327 voli settimanali verso l'Italia, molti italiani non conoscono il potenziale imprenditoriale, turistico e culturale romeno”.

Flussi. I patronati: “Accogliere tutte le domande”

Roma – 10 settembre 2008 - Accogliere tutte le domande già presentate e trovare un sistema migliore per le prossime corse alle quote.
È l’unico modo per uscire dall’empasse dei flussi d’ingresso e sanare il divario tra sommersi (la stragrande maggioranza) e salvati dei clic day. Soprattutto ora che è stata messa in discussione l’equità delle graduatorie .
A invocare questa soluzione sono i patronati del Ce.Pa., sigla che riunisce Acli, Inas-Cisl, Inca-Cgil, Ital-Uil. Attraverso i loro sportelli a dicembre scorso sono partite centinaia di migliaia di domande di assunzione, ma proprio queste spedizioni cumulative sarebbero state rallentate da blocchi del sistema informatico simili a quello denunciato a Milano.
“Avevamo denunciato da subito i problemi, che ovviamente passano in secondo piano di fronte alla differenza schiacciante tra domande presentate e posti disponibili. Ora seguiamo con attenzione l’esito del ricorso, le conseguenze potrebbero essere molto gravi” spiega a Stranieriinitalia.it Enrico Moroni, coordinatore nazionale e responsabile immigrazione dell’Inca, patronato che attualmente presiede il Ce.Pa.
Il rischio è che, anche in seguito ad altri ricorsi, si scateni quella che Moroni chiama “una guerra tra poveri”, del tipo: mettiamo in graduatoria qualcuno, ma tiriamo fuori qualcun altro. “Insomma alla fine a fare le spese di questa situazione sarebbero sempre i lavoratori e chi li ha chiamati, la soluzione dovrebbe invece essere generale”.
Ecco allora la via d’uscita: “Un nuovo decreto che permetta di accettare le domande già presentate se hanno i requisiti per portare a termine l’assunzione. Bisogna poi sedersi intorno a un tavolo –dice il rappresentante dell’Inca – e risolvere i problemi tecnici che ancora rallentano l’esame delle domande. Inoltre, perché le graduatorie in molte province non sono state ancora pubblicate?”.
Il nodo principale rimane comunque il sistema con cui vengono assegnati gli ingressi. “Questo terno al lotto che premia solo chi arriva per primo è inaccettabile” ribadisce Moroni. “I patronati – ricorda - hanno offerto assistenza gratuita in base a un protocollo col Viminale, hanno evitato file alle prefetture e alla fine sono stati addirittura penalizzati. Praticamente cornuti e mazziati…”

da: www.stranierinitalia.it

Click day immigrati: la difesa del Ministero dell'Interno


Il Tar della Lombardia ha ordinato alla Prefettura di Milano di sospendere per un mese il rilascio dei nulla osta non ancora consegnati ai lavoratori extracomunitari che avevano partecipato al 'click day' del 15 dicembre scorso

La procedura del decreto flussi 2007, che assegna i permessi di soggiorno a 170mila lavoratori di Paesi extra Ue, potrebbe non uscire indenne da un tribunale amministrativo. L'ordinanza del Tar Lombardia del 27 agosto, che blocca il rilascio dei nulla osta a Milano fino al 21 ottobre accogliendo un ricorso della Cisl, crea un precedente. E costringe il ministero dell'Interno alla mossa obbligata: opporsi alla sospensiva.

Il rompicapo in mano ai giudici riguarda il 15 dicembre, primo dei tre «click day» riservato ai cittadini di Paesi con una corsia preferenziale perché hanno firmato accordi bilaterali con l'Italia. Nelle prime cinque ore della gara, il computer centrale del Viminale si era inceppato: respingeva le domande con cognomi cingalesi perché troppo lunghi (l'altra spiegazione: il cervellone non riconosceva un carattere dell'alfabeto). Adesso, però, il problema non è dei cittadini cingalesi le cui domande grazie a questo contrattempo sono state messe in una graduatoria a parte ma degli extracomunitari di altri Paesi che stavano subito dietro: i nomi dello Sri Lanka hanno creato un tappo, le domande a seguire sono state ricevute con ritardoe l'orario di invio è il primo dei criteri per formare la graduatoria dei 170mila posti disponibili.
«Credo che nessuno possa mettere in discussione i diritti acquisiti dei 70mila lavoratori che hanno già ottenuto il nulla osta, sarebbe ingiusto. Verificheremo se qualcuno è stato danneggiato e daremo al Tar le spiegazioni che chiede», dice Mario Morcone, capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale che ha gestito la prima procedura tutta telematica dei flussi migratori.

Al ministero confidano nel fatto che l'irregolarità riguarda circa mille richieste su 740mila. Che su 140mila pratiche finora esaminate, il 40% si "autoesclude" per reddito inadeguato, stop della questura, obiezioni della direzione provinciale del lavoro. Che nella pratica sono state accolte richieste inviate dai sindacati alle tre di pomeriggio, a dispetto della voce comune che vuole le quote esaurite dopo i primi minuti dall'inizio della gara (il problema riguarda soprattutto i pacchetti di domande inviate dai patronati, non quelle dei privati). Finora, poi, il Tar lombardo ha solo chiesto alla prefettura di Milano di fare delle verifiche e ha rimandato tutto al 21 ottobre. Ma un'applicazione letterale delle norme e un eccesso di zelo potrebbero far saltare tutta la procedura.

martedì 9 settembre 2008

Elenchi aggiornati dei permessi di soggiorno pronti da ritirare alla Questura di Cosenza

Al fine di evitare lunghe ed inutili code allo sportello dell'Ufficio Immigrazione della locale Questura, nonché dei Commissariati di P.S. di Rossano, Castrovillari e Paola, sono stati creati due elenchi in formato PDF dai quali si possono evincere i permessi di soggiorno dei cittadini extracomunitari pronti per la consegna.

Gli elenchi, nel rispetto della privacy sono formati da soli caratteri alfanumerici riscontrabili sulla ricevuta di presentazione dell'istanza o sulla ricevuta postale ( numero bollettino - numero assicurata ) in possesso del richiedente.
Il cittadino extracomunitario che riscontra sugli elenchi l'avvenuta definizione della propria pratica, può ritirare il documento presso l'ufficio in cui ha presentato l'istanza, solo i PSE devono essere ritirati presso lo sportello dell'Ufficio Immigrazione della Questura.

Link:

PERMESSI DI SOGGIORNO ELETTRONICI:
http://questure.poliziadistato.it/file/1310_2699.pdf

PERMESSI DI SOGGIORNO CARTACEI:
http://questure.poliziadistato.it/file/1310_2700.pdf

Flussi, dopo nove mesi assegnata meno di metà dei posti

Dopo nove mesi, su 170mila nuove assunzioni di cittadini extracomunitari messe a disposizione dal Decreto flussi 2007, quelle che hanno avuto il via libera sono appena 76mila. Vuol dire che gli Sportelli unici immigrazione non sono neppure a metà del lavoro. Lo rivelano gli ultimi dati del ministero dell’Interno aggiornati a ieri, 8 settembre.

Su 170mila posti disponibili, sono precisamente 76.869 i nulla osta concessi dagli uffici. Cioè circa il 45%. Perché se è vero che molti Sportelli unici provinciali hanno assegnato più di metà dei propri posti, si tratta soprattutto di uffici di quelle province dove i lavoratori stranieri non sono particolarmente richiesti. Fa eccezione, fra le metropoli, solo Milano dove lo Sportello unico ha già assegnato il 77,7% dei nulla osta disponibili.

I dati aggiornati del Viminale confermano poi che la percentuale di domande respinte è altissima: circa il 40%. Infatti, le domande in cui esame è stato completato sono 126.586. Di queste, però, ben 9.344 hanno avuto esito negativo in questura, per la presenza di motivi ostativi all’assunzione come una precedente espulsione.

Altre 35.078 invece sono state bocciate dalle Direzioni provinciali del lavoro per reddito insufficiente da parte di chi assume o irregolarità nel tipo di contratto applicato. Infine, 5.295 pratiche sono state “chiuse” perché il datore di lavoro non intende più procedere all’assunzione. Ci sono poi 4.296 domande ancora in lavorazione, per le quali però la Direzione provinciale del lavoro ha richiesto dei documenti mancanti. E’ probabile che almeno alcune di queste finiranno comune nel cestino.

Se la percentuale dei rifiuti resterà così alta, per assegnare 170mila nulla osta gli Sportelli unici dovranno esaminare quasi il doppio delle pratiche, e i tempi continueranno a dilatarsi. Il nuovo sistema informatico introdotto a dicembre scorso doveva accorciare i tempi per le assunzioni dall’estero. Ma se il trend sarà confermato (8.500 nulla osta al mese), l’ultimo sarà consegnato fra quasi un anno. Cioè, una famiglia che ha chiesto di assumere una colf a dicembre del 2007 potrebbe ricevere risposta a settembre 2009.

Articolo di Chiara Righetti - Metropoli La Repubblica - 09/09/2008

lunedì 1 settembre 2008

India: le Acli digiunano contro le violenze

Domenica 7 settembre l'iniziativa promossa dai vescovi indiani a sostegno dei cristiani perseguitati

Roma, 29 agosto 2008 - Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani aderiscono alla giornata di digiuno e preghiera programmata per domenica 7 settembre dalla Conferenza episcopale indiana in reazione alle gravissime violenze nei confronti dei cristiani nello Stato dell'Orissa. Una forma di protesta pacifica e non violenta scelta coraggiosamente dai vescovi nel solco della tradizione indiana del dharna, per richiamare l'attenzione della comunità nazionale e internazionale sulle tragiche vicende di queste ore e pregare insieme - nelle parole del cardinale Varkey Vithayanthil - 'per l'armonia tra le religioni e la pace in India'.«Le violenze di questi giorni contro le comunità cristiane non possono essere passate sotto silenzio - afferma il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero -. E' in gioco, in questo grande Paese e in tutto il mondo, la libertà di vivere e manifestare la propria fede religiosa, contro ogni fondamentalismo. Gli omicidi, le distruzioni di chiese e le razzie in conventi e abitazioni, che hanno spinto decine di migliaia di persone ad abbandonare i propri villaggi, ci mettono di fronte ad una violenza cieca, che può essere arrestata solo da un intervento forte del governo indiano, fino ad oggi assente, che deve essere richiesto con forza da tutta la comunità internazionale. Infine la comunità cristiana, ovunque sia presente, deve sentirsi chiamata a condividere le sofferenze dei propri fratelli perseguitati».«Le Acli - continua Olivero - si sono sempre schierate a fianco di chi lotta pacificamente per affermare la propria identità e la propria fede, dai tanti migranti nel nostro Paese fino ai monaci birmani. Chiedono quindi ai propri associati e a tutti i cittadini che condividono i valori della pace e della libertà di unirsi al digiuno promosso dalla Conferenza episcopale indiana per la giornata di domenica 7 settembre. Un gesto di forte valenza sociale, perchè attraverso la propria personale testimonianza si chiede un cambiamento della realtà, un atto di giustizia, ed al contempo si esprime la vicinanza e condivisione con le vittime della violenza. Come cittadini e come cristiani non possiamo rimanere spettatori del male: il digiuno e la preghiera sono per noi atti concreti, politici e spirituali, per dare testimonianza, anche in questo momento buio per la Chiesa indiana, della nostra speranza».

mercoledì 27 agosto 2008

Razzismo e morti bianche, l’ignoranza della nostra Italia

INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLE ACLI ANDREA OLIVERO

Andrea Olivero è il presidemte nazionale delle Acli. A pochi giorni dalla partenza della Carovana per il lavoro sicuro (sarà alla Mostra del cinema di Venezia il prossimo 4 settembre) e di fronte a continue notizie legate ad un rigurgito razzista nel nostro Paese lo abbiamo intervistato proprio per ragionare con lui di questi due temi. Raccogliendo anche la sua adesione alla Carovana.

I temi in risalto in questa metà d’anno trascorsa sono razzismo e morti bianche. Siamo di fronte ad una crisi dei valori?
Certamente sono argomenti importanti e pongono sotto i nostri occhi una questione seria: nel nostro paese alcuni principi e valori che davamo per acquisiti, in realtà non si sono compiute. Sul razzismo noi pensavamo, anche come popolo di emigranti, di averlo sconfitto. Invece stiamo mostrando molta debolezza, la nostra Italia deve essere più umile e domandarsi come sta educando i propri figli. La battaglia sulle morti sul lavoro ha visto l’ impegno assiduo di associazioni e sindacati ma tutto ciò non ha ancora portato a grandi risultati.

Gli episodi di razzismo sono sottovalutati poiché non se ne coglie la diffusione ideologica?
Credo che non ci sia, per fortuna, razzismo codificato né forze politiche che inneggiano ad esso, ma atteggiamenti che legittimano fenomeni razzisti: per esempio la continua associazione immigrato delinquente oppure musulmano estremista, aiuta questa ventata di episodi razzisti

Lei ha aderito alla carovana bianca quanto è importante affrontare il tema delle morti bianche
È importantissimo se noi non associamo il tema dei diritti al lavoro al diritto alla vita, il lavoro diventa una merce. Andare a tutelare un lavoro dignitoso e la sicurezza sul lavoro è determinante per la dignità del lavoro stesso. L’elemento chiave è l’uomo e il metro di valutazione è la dignità del lavoro, lì risiede il nodo, rispetto anche ai piccoli soprusi.

Quanto i massmedia possono fare contro morti bianche e la lotta al razzismo?
Sono convinto che possono fare moltissimo, e la cosa fondamentale è che possono trasmettere cultura e informare i cittadini sulla realtà che li circonda.

Cioè?
Sia le morti sul lavoro che il razzismo sono fenomeni accomunati da un unico tema, l’ignoranza, in un caso non si conosce l’altro e nell’altro non si conosce il pericolo, i mass media possono aiutare a colmare questo vuoto informando il Paese

Presidente Olivero cosa si aspetta dall’inizio del nuovo anno politico?
Chiederei alla politica di affrontare in maniera seria i grandi il problemi del Paese che nè la destra né la sinistra sono riusciti a risolvere ecco perché chiedo che si cerchi di evitare demagogia e interventi spot e si cominci ad affrontare insieme i problemi del Paese.

(Intervista di Tania Passa per www.articolo21.info)

mercoledì 20 agosto 2008

CLANDESTINO A CHI?

Storie di "pericolosi irregolari" nel numero di luglio della rivista delle Acli
Il presidente Olivero sulla politica di piazza «prolungamento della televisione»

Roma, 1 agosto 2008 - Negli ultimi mesi la presenza di immigrati senza documenti nel nostro Paese sembra essere diventato il vero problema del Paese. L'esercito nelle strade. Lo stato di emergenza nazionale proclamato in tutto il territorio. Ma a chi ci riferiamo quando parliamo di irregolari? Provano a spiegarlo nelle Acli nell'ultimo numero di Aesse (Azione sociale), il mensile associativo da oggi consultabile anche online, che dedica a questo tema la copertina e il primo piano: "Clandestino a chi?", storie di "pericolosi irregolari" in Italia.

Le altre storie raccontate in questo numero: i ragazzi minorenni del carcere di Nitida: "All'inferno ci sono già stato"; la vita delle famiglie "extralarge"; i giovani italiani in Australia. Le esperienze positive di Scommessa Italia: l'orto dei non vedenti a Torino. Dalle Acli di Venezia, i "Gas che fanno bene", i gruppi di acquisto solidale che permettono alle famiglie di risparmiare, tutelare l'ambiente e sostenere le piccole imprese locali. Dalle Acli di Milano, la rivista bilingue Albanoi, per favorire l'integrazione tra italiani e albanesi.

Gli editoriali. Il presidente delle Acli Andrea Olivero sui rischi della politica in piazza, «che può essere strumentalizzata da parte di chi non ha interesse che siano i cittadini a far sentire la propria voce, ma al contrario che tutti ascoltino la loro. In una situazione di democrazia mediatica (...) la piazza diviene un prolungamento della televisione, un fondale per lo spettacolo di una minoranza». L'economista Luigi Campiglio sull'impennata inflazionistica, che riguardando soprattutto i beni alimentari, gli affitti e i trasporti, «riduce in misura maggiore il tenore di vita delle famiglie con i redditi più bassi». Quindi Roberto Della Rocca, dell'Associazione italiana vittime del terrorismo, che racconta l'altra faccia degli "anni di piombo", quella poco illuminata dai riflettori dei media, il silenzio, il dolore e la dignità dei familiari delle vittime che chiedono giustizia contro chi tenta di indurre all'oblio la memoria collettiva.

lunedì 11 agosto 2008

Accompagnamento dovuto anche in mancanza di permesso di soggiorno per mancata titolarità di reddito

È manifestamente irragionevole subordinare l'attribuzione di una prestazione assistenziale quale l'indennità di accompagnamento – i cui presupposti sono la totale disabilità al lavoro, nonché l'incapacità alla deambulazione autonoma o al compimento da soli degli atti quotidiani della vita – al possesso di un titolo di legittimazione alla permanenza del soggiorno in Italia che richiede per il suo rilascio, tra l'altro, la titolarità di un reddito”. In questo senso si è espressa la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 306 depositata il 30 luglio scorso, dichiarando l’illegittimità costituzionale dell'art. 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Finanziaria 2001) e dell'art. 9, comma 1, del Testo Unico sull’immigrazione, nella parte in cui escludono che l'indennità di accompagnamento possa essere attribuita agli stranieri extracomunitari soltanto perché essi non risultano in possesso dei requisiti di reddito già stabiliti per la carta di soggiorno ed ora previsti per il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. “L'indennità di accompagnamento di cui all'art. 1 della legge n. 18 del 1980 – è affermato nella sentenza - rientra tra le provvidenze che, in presenza dei relativi presupposti di carattere sanitario, devono essere riconosciute a chiunque, purché legittimamente presente in modo stabile sul territorio nazionale”. Con queste motivazioni, la Corte “dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2001), e dell'art. 9, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) – come modificato dall'art. 9, comma 1, della legge 30 luglio 2002, n. 189 e poi sostituito dall'art. 1, comma 1, del decreto legislativo 8 gennaio 2007, n. 3 – nella parte in cui escludono che l'indennità di accompagnamento, di cui all'art. l della legge 11 febbraio 1980, n. 18, possa essere attribuita agli stranieri extracomunitari soltanto perché essi non risultano in possesso dei requisiti di reddito già stabiliti per la carta di soggiorno ed ora previsti, per effetto del decreto legislativo 8 gennaio 2007, n. 3 (Attuazione della direttiva 2003/109/CE relativa allo status di cittadini di Paesi terzi soggiornanti di lungo periodo) per il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo”.

domenica 10 agosto 2008

Permesso di soggiorno

PERMESSI PSE\PSE.jpg

Al fine di evitare lunghe ed inutili code allo sportello dell'Ufficio Immigrazione della locale Questura, nonché dei Commissariati di P.S. di Rossano, Castrovillari e Paola, sono stati creati due elenchi in formato PDF dai quali si possono evincere i permessi di soggiorno dei cittadini extracomunitari pronti per la consegna.

Gli elenchi, nel rispetto della privacy sono formati da soli caratteri alfanumerici riscontrabili sulla ricevuta di presentazione dell'istanza o sulla ricevuta postale ( numero bollettino - numero assicurata ) in possesso del richiedente.

Il cittadino extracomunitario che riscontra sugli elenchi l'avvenuta definizione della propria pratica, può ritirare il documento presso l'ufficio in cui ha presentato l'istanza, solo i PSE devono essere ritirati presso lo sportello dell'Ufficio Immigrazione della Questura.

Link:

PERMESSI DI SOGGIORNO ELETTRONICI: http://questure.poliziadistato.it/file/1310_2401.pdf

PERMESSI DI SOGGIORNO CARTACEI:
http://questure.poliziadistato.it/file/1310_2400.pdf




martedì 5 agosto 2008

Stranieri in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno: emanata la circolare che consente il transito attraverso i Paesi Schengen

Il Consiglio e la Commissione europea hanno accolto la richiesta del Ministero dell’interno per consentire il transito nei Paesi europei anche con la sola ricevuta postale agli stranieri in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno. L’agevolazione non è estesa a chi è in attesa del primo rilascio del permesso di soggiorno per ricongiungimento e lavoro e in tutti gli altri casi.

Con telegramma del 28 luglio, la Direzione centrale dell’immigrazione del Dipartimento della pubblica sicurezza ha comunicato che il Consiglio e la Commissione europea hanno accordato le richieste di facilitazioni di transito nei Paesi europei in favore dei cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Italia in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno. Il transito riguarda i Paesi Schengen che sono: Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Austria, Grecia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Islanda, Norvegia, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Malta.
Di conseguenza, nel periodo corrente dal 1 agosto 2008 al 31 gennaio 2009, gli stranieri che hanno presentato richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno potranno recarsi all’estero e fare ritorno in Italia anche attraverso le frontiere terrestri, aeree e marittime dei Paesi europei a condizione che siano in possesso dei seguenti documenti:
- passaporto o documento equipollente;
- ricevuta postale attestante l’avvenuta richiesta del rinnovo del permesso di soggiorno;
- titolo di soggiorno scaduto.
Diverso è il caso degli stranieri che sono in possesso della ricevuta di Poste Italiane S.p.a. attestante l’avvenuta presentazione della richiesta di rilascio del primo permesso di soggiorno per lavoro subordinato, per lavoro autonomo o per ricongiungimento familiare. Costoro potranno far ritorno nei Paesi di origine e successivamente rientrare in Italia, a condizione che:
- l’uscita ed il rientro in Italia avvengano attraverso lo stesso valico di frontiera;
- il viaggio non preveda il transito attraverso altri Paesi Schengen, essendo lo stesso precluso;
- lo straniero esibisca il passaporto, o il documento di viaggio equipollente, unitamente al visto d’ingresso dal quale desumere i motivi del soggiorno (lavoro subordinato, lavoro autonomo o ricongiungimento familiare) e la ricevuta di Poste Italiane S.p.a.;
- il personale preposto ai controlli di frontiera dovrà procedere alla timbratura del documento di viaggio e della ricevuta all’atto dell’uscita e del rientro del titolare di tali documenti.
Il Ministero ricorda inoltre che al di la della temporanea facilitazione, i cittadini stranieri che sono in attesa del primo rilascio del permesso di soggiorno per ricongiungimento o per lavoro, o del rinnovo degli stessi e di tutte le altre tipologie, possono in qualunque momento uscire e rientrare dall’Italia, alle condizioni sopra descritte, senza attraversare i Paesi Schengen, in qualunque momento.

sabato 26 luglio 2008

Inclusione

Inclusione
di Giovanna Di Pasquale
Includere, dal latino includere composto da in= dentro e claudere=chiudere. Quindi chiudere o serrar dentro.
Il significato etimologico della parola inclusione credo possa provocare, per molti di noi, una sorta di spaesamento se è vero che i trenta anni di integrazione scolastica in Italia vengono spesso definiti sotto il segno del passaggio dall’esclusione all’inclusione, cioè da una situazione connotata dalla separazione ad una di apertura e condivisione.
L’incertezza cognitiva è però una condizione mentale, che può rivelarsi feconda proprio quando la si usi fino in fondo, accettando il gioco di chiederci apertamente oggi quale è il senso dell’impegno per l’integrazione che tende verso una prospettiva inclusiva.
Impegno per l’integrazione, nella scuola ma non solo, che è stato ed è il lavoro quotidiano e costante di tante persone ed organizzazioni per realizzare pezzi concreti di una inclusione in cui è centrale l’idea che i migliori sostegni per una buona qualità di vita per tutti, non solo per le persone disabili, stiano nella rete sociale del contesto di vita reale.
Dall’inserimento all’integrazione verso l’inclusione: se queste tappe disegnano un passato contemporaneamente delineano un futuro; e questo pensiero verso il domani, a come si va avanti ci aiuta a ridisegnare costantemente il senso che attribuiamo alle parole perché possano essere punti di riferimento per le idee e le azioni.
Inclusione come processo in cui il “farsi carico” di elementi anche disorientanti e “sofferenti” si fa sociale. Come capacità delle istituzioni di accogliere e contenere in scambio reciproco e permanente con il contesto, l’ambiente e le risorse formali ed informali
Trenta anni fa si cominciò ad erodere la logica dell’istituzione totale a partire dallo smantellamento anche fisico di spazi e luoghi.
Certo non è bastato abbattere muri o aprire porte. Queste azioni, ancora forti nel loro aspetto simbolico, rimangono esemplari nel ricordarci che sempre, nei tempi lontani e vicini, la separazione non scelta, imposta è segno di negazione di identità, fino al limite del non riconoscimento di una comune matrice di umanità. Questo tipo di separazione ha i tratti della segregazione che riduce l’uomo, la donna ad una categoria da separare, da eliminare socialmente e anche fisicamente.“La disumanizzazione degli altri si avvale di particolari individuazioni di 'categorie': gli ebrei, gli zingari, gli arabi, i neri… ma anche i tossici, i disabili, i matti… Questo tipo di disumanizzazione permette di mantenere inalterata la propria autostima che può mantenere l’idea di sé come soggetto altruista”(1).
Vite separate, vite negate, numerosi gli esempi che nella storia e nella memoria di ognuno si fanno testimonianze di quanto labile sia il confine così tante volte varcato.
Inclusione come condizione per stare in presenza delle diversità presenti negli altri e in noi e farsi cambiare da questa convivenza. Vivere insieme, in un gruppo, la vita in classe significa poter sperimentare in prima persona la sostanza dell’apprendimento che è costruzione sociale (si impara con gli altri) e pluralità di modi e stili. Condividere ogni giorno con i propri compagni a scuola diversi modi di apprendere,constatare la varietà e la diversa misura delle competenze presenti non solo in un gruppo ma in ogni singola persona è un’opportunità insostituibile per apprendere in modo significativo cioè personale, durevole e trasferibile fuori dall’ambito scolastico. Gli alunni con disabilità sono per questo una risorsa per l’apprendimento di tutti gli alunni così come le strategie e le metodologie “speciali” sono una risorsa per l’apprendimento di tutti gli alunni proprio perché capaci di aumentare la personalizzazione e lo scambio fra competenze e saperi. In questo senso la qualità dell’integrazione a scuola è qualità della scuola.
Inclusione come costruzione di legami che riconoscono la specificità e la differenza di identità. La politica inclusiva ci interroga sempre sui confini della nostra storia e persona. "Inclusione - scrive Habermas - qui non significa accaparramento assimilatorio, né chiusura contro il diverso. Inclusione dell’altro significa piuttosto che i confini della comunità sono aperti a tutti: anche - e soprattutto - a coloro che sono reciprocamente estranei e che estranei vogliono rimanere" (2).
Non si tratta allora di far diventare l’altro come noi o di, all’opposto, rinunciarvi per sempre ma di costruire ponti fra le persone, le situazioni, le competenze. L’integrazione a scuola potenzia la dimensione inclusiva quando riesce a far intrecciare le voci di tutti gli interlocutori in un dialogo aperto, interprofessionale, caratteristiche queste alla base di ogni situazione educativa dove ogni persona, ogni ruolo porta il proprio contributo indispensabile e complementare.
(1) Andrea Canevaro, I soggetti dei processi di integrazione in: Handicap&Scuola n.130, novembre-dicembre 2006. Relazione per l’intitolazione di una scuola dell’infanzia a Sergio Neri in Pavone Canavese (To) il 20.10.2006.
(2) J. Habermas, L’inclusione dell’altro. Studi di teoria politicaFeltrinelli , Milano, 1998