lunedì 15 settembre 2008

Click day immigrati: la difesa del Ministero dell'Interno


Il Tar della Lombardia ha ordinato alla Prefettura di Milano di sospendere per un mese il rilascio dei nulla osta non ancora consegnati ai lavoratori extracomunitari che avevano partecipato al 'click day' del 15 dicembre scorso

La procedura del decreto flussi 2007, che assegna i permessi di soggiorno a 170mila lavoratori di Paesi extra Ue, potrebbe non uscire indenne da un tribunale amministrativo. L'ordinanza del Tar Lombardia del 27 agosto, che blocca il rilascio dei nulla osta a Milano fino al 21 ottobre accogliendo un ricorso della Cisl, crea un precedente. E costringe il ministero dell'Interno alla mossa obbligata: opporsi alla sospensiva.

Il rompicapo in mano ai giudici riguarda il 15 dicembre, primo dei tre «click day» riservato ai cittadini di Paesi con una corsia preferenziale perché hanno firmato accordi bilaterali con l'Italia. Nelle prime cinque ore della gara, il computer centrale del Viminale si era inceppato: respingeva le domande con cognomi cingalesi perché troppo lunghi (l'altra spiegazione: il cervellone non riconosceva un carattere dell'alfabeto). Adesso, però, il problema non è dei cittadini cingalesi le cui domande grazie a questo contrattempo sono state messe in una graduatoria a parte ma degli extracomunitari di altri Paesi che stavano subito dietro: i nomi dello Sri Lanka hanno creato un tappo, le domande a seguire sono state ricevute con ritardoe l'orario di invio è il primo dei criteri per formare la graduatoria dei 170mila posti disponibili.
«Credo che nessuno possa mettere in discussione i diritti acquisiti dei 70mila lavoratori che hanno già ottenuto il nulla osta, sarebbe ingiusto. Verificheremo se qualcuno è stato danneggiato e daremo al Tar le spiegazioni che chiede», dice Mario Morcone, capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale che ha gestito la prima procedura tutta telematica dei flussi migratori.

Al ministero confidano nel fatto che l'irregolarità riguarda circa mille richieste su 740mila. Che su 140mila pratiche finora esaminate, il 40% si "autoesclude" per reddito inadeguato, stop della questura, obiezioni della direzione provinciale del lavoro. Che nella pratica sono state accolte richieste inviate dai sindacati alle tre di pomeriggio, a dispetto della voce comune che vuole le quote esaurite dopo i primi minuti dall'inizio della gara (il problema riguarda soprattutto i pacchetti di domande inviate dai patronati, non quelle dei privati). Finora, poi, il Tar lombardo ha solo chiesto alla prefettura di Milano di fare delle verifiche e ha rimandato tutto al 21 ottobre. Ma un'applicazione letterale delle norme e un eccesso di zelo potrebbero far saltare tutta la procedura.

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