mercoledì 1 ottobre 2008
Rapporto Migrantes 2008: la giovane Italia nel mondo
Presentata a Roma, presso l’Auditorium del Lavoro, la terza edizione del “Rapporto Italiani nel Mondo 2008” promosso dalla Fondazione Migrantes
La nuova edizione del Rapporto Migrantes, pubblicato dalle edizioni Idios, consolida quest’anno la sua funzione di osservatorio sulla realtà, troppo spesso ignorata, dell’emigrazione italiana. Il volume presentato a Roma non è solamente un resoconto statistico dei flussi migratori, né una cartolina che abbia valore per l’immagine che ha stampata sopra. C’è una storia, dietro, milioni di storie, scritte e firmate dai milioni di italiani nel mondo. Sono i racconti della vecchia emigrazione e della nuova, della nostalgia e delle aspettative, del passato e dell’attualità.
“Descrivere semplicemente l’emigrazione – scrive mons. Piergiorgio Saviola Direttore Generale della Fondazione Migrantes - è tutt’altro che un compito banale, perché questa realtà sfugge per lo più al gran pubblico, non solo per quanto riguarda il passato ma anche relativamente al presente e al futuro: tra gli stessi addetti ai lavori si riscontrano incertezze quando si tratta di inquadrare cosa significhi il concetto di “italianità” nel mondo e il fatto di essere italiani (tanto più se nati all’estero) in altri paesi”.
Il Rapporto Migrantes 2008 vuole, infatti, essere, prendendo in prestito le parole di don Michele Morando, direttore dell’Ufficio per la Pastorale degli Italiani nel mondo della Migrantes “uno sguardo che ci aiuti ad abbracciare la nostra storia, i 150 anni del nostro esodo all’estero e gli ultimi 30 anni di immigrazione in Italia”.
Uno sguardo da una posizione privilegiata che ci aiuti a capire – per chi ancora non l’avesse capito – come mantenere viva questa storia, e dinamica, rivolta al futuro. Solidarietà e cooperazione. Perché, come ha ricordato don Michele Morando, gli italiani all’estero sono gli “immigrati di ieri”
e gli stranieri in Italia sono “gli immigrati di oggi”.
Spezzare questa catena di solidarietà significherebbe rompere i legami stessi che legano ciascun migrante al proprio paese. Significherebbe svilire la storia del fenomeno migratorio italiano, sia come flussi in uscita, sia come flussi in entrata. Basterebbe ricordare le condizioni che hanno spinto gli italiani a emigrare, e prendere coscienza dell’attuale iniquità della distribuzione della ricchezza nel mondo per comprendere, come ricorda il Rapporto, che “possono impegnarsi con noi sia gli italiani all’estero che gli immigrati esteri in Italia, costruendo una rete che di per se stessa è garanzia di riuscita”.
ITALIANI NEL MONDO- Il numero degli italiani nel mondo è aumentato di oltre 200 mila unità rispetto allo scorso anno. 3.734.428 i residenti italiani all’estero e almeno 60 milioni gli oriundi italiani nei cinque continenti.
I flussi migratori- Nei paesi europei (56,7%), in America (37,9%), in Oceania (3,4%), in Africa (1,3%), in Asia (0,8%). In due casi su tre, l'emigrato è proveniente da una regione del sud (36,2%), mentre il 19,4% dalle isole, il 15,4% dal nord est, il 14,6% dal nord ovest, il 14,4% dal centro. Il 52,8% sono celibi e nubili; il 39% è coniugato e il 2,7% vedovo. Il 45% (1.774.677) sono donne.
Secondo i dati forniti dal Rapporto la regione italiana con più emigrati è la Sicilia con 629.114 residenti all’estero, seguita dalla Campania con 395.064, la Calabria con 328.910 e il Lazio con 308.966. Il comune con più presenze è Roma (207.769), seguita da Milano con 41.894 e Napoli con 32.179 residenti all’estero.
Nati all’estero- Sono 3.734.428 gli italiani residenti all'estero (dati Aire dell'aprile 2008) ma solamente il 59% è effettivamente emigrato dall’Italia. Il 34,3% è, invece, nato all'estero.
Dal 1990 al 2007, le nascite sono state 433.691, circa 24.000 all’anno, una ogni 20 nascite in Italia. Il totale degli iscritti all'Aire per nascita è di 1.280.065 persone. Il legame che questi giovani insturano con l’Iitalia, recita il Rapporto Migrantes è diverso da quello dei propri genitori. “Il loro senso di italianità riveste diverse implicazioni sociali e culturali che i giovani di per sé non rifiutano, a condizione di esplicitarle in maniera concreta e di comporle con il fatto di vivere in un'altra società. Essi insistono su una maggiore cooperazione economica con in paesi dove risiedono, e molto pragmaticamente, restano aperti a uno scambio che li possa aiutare anche nella loro vita professionale”.
Emigrazione giovane- Secondo il Rapporto, i cittadini italiani residenti all’estero ad aprile 2008 sono 3.734.428. Di questi oltre la metà (54%) è costituito da giovani al di sotto dei 35 anni. Il 60,6% (1,2 milioni) di questa popolazione under 35 è concentrata in Europa. Tra chi ha meno di 35 anni, 3 su 10 (606 mila) sono minorenni e 2 su 5 fanno parte della classe di età 18-24.
Si tratta in massima parte dei neolaureati che lasciano l’Italia per il Regno Unito (19,2%), la Francia (12,6%), la Spagna (11,4%) e gli Usa (9,8%). Elaborando i dati di Almalaurea, consorzio delle più importanti università italiane, la Fondazione Migrantes ha potuto dare un volto a questi giovani “cervelli in fuga” che, a differenza delle generazioni passate che hanno lasciato l’Italia, non sognano affatto di rientrare in Italia. A cinque anni dalla laurea, sono, infatti, 52 su 100 i laureati occupati all'estero, principalmente con titoli nel ramo scientifico e tecnologico, che considerano molto improbabile il loro ritorno.
CULTURA- Sono 34.689 i corsi di lingua e cultura italiana promossi dal Ministero degli Affari Esteri nell’anno scolastico 2006/2007, per un totale di iscritti che sfiora le 650 mila unità.
Da sola, la Società Dante Alighieri coinvolge con i suoi corsi oltre 200mila studenti.
Il Rapporto Migrantes presenta anche una ricerca sperimentale condotta con il patrocinio di Acli, Epasa, Inas, Sias. Sebbene il campione non soddisfi appieno i criteri di rappresentatività, le interviste hanno permesso di svelare alcuni aspetti nuovi del modo di vivere degli italiani all’estero.
Dai risultati della ricerca emerge un miglioramento della loro situazione. Casa di proprietà e, in molti casi, secondo immobile in Italia dove trascorrono parte delle vacanze. Sono molto legati alla religione e alle vicende del nostro Paese, di cui si interessano leggendo giornali italiani e guardando i programmi Rai.
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