Il Cdm sui ricongiungimenti familiari. Olivero: 'Inascoltate le parole di Bagnasco'
Roma, 23 settembre 2008 - «Stupisce davvero come neppure più la Chiesa sembra venire ascoltata da questo Governo sul tema dell'immigrazione». Il presidente nazionale delle Acli interviene con un giudizio severo sui contenuti dei decreti legislativi approvati questa mattina dal Consiglio dei ministri riguardanti i ricongiungimenti familiari e le procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato. «Proprio ieri - commenta Andrea Olivero - il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale, aveva chiesto 'risposte positive' per un'integrazione sociale 'equilibrata' a partire dalle domande di ricongiungimento familiare. Il Governo invece - insensibile a questi richiami così come alle tragiche vicende dei giorni scorsi a Milano, piuttosto che a Castelvolturno - risponde con un inasprimento assolutamente ingiustificato dei requisiti per ottenere il ricongiungimento degli immigrati regolari con i propri familiari. E persino per quanto riguarda i rifugiati, si predispone un inasprimento delle misure nei confronti dei richiedenti, quando ancora manca in Italia, unico paese in Europa, una legge che regoli seriamente il diritto d'asilo».
«Il peggio - continua il presidente delle Acli - è che queste misure restrittive non sono solo ingiuste, ma controproducenti. L'inasprimento delle procedure per l'entrata o la permanenza regolare nel nostro Paese non fa altro che aumentare il tasso di immigrazione clandestina, aggiungendo ai nuovi arrivi - che sono tutt'altro che cessati, al contrario di quanto profetizzava in primavera il Governo - le situazioni di ritorno alla clandestinità causate dalla lentezza burocratica. La vicenda del decreto flussi, in questo senso, è un esempio fin troppo lampante».
«Ma soprattutto - conclude Olivero - ostacolare il ricongiungimento familiare significa boicottare lo strumento principale di integrazione sociale degli stranieri in Italia, con tutte le conseguenze che ciò comporta sul piano della dignità delle persone, del futuro delle cosiddette seconde generazioni e della stessa sicurezza dei cittadini».
martedì 23 settembre 2008
IMMIGRAZIONE: NUOVE REGOLE SU CPT, ASILO E RICONGIUNGIMENTI
Cinquecento militari nella zona del casertano, dieci nuovi centri accoglienza per immigrati, due nuovi decreti legislativi in materia di asilo e di ricongiungimenti familiari.
Roberto Maroni, ministro dell'Interno, al termine del Consiglio dei ministri spiega ai giornalisti le numerose decisioni prese dal governo. Innanzitutto i 500 militari che saranno inviati per un maggior controllo del territorio nelle zone ad alto rischio di criminalita' e il finanziamento di dieci nuovi centri per immigrati con i fondi relativi al 2008, 2009, 2010. "Nel 2007 - ha spiegato Maroni - da gennaio a fine settembre sono giunti in Italia 14.200 immigrati; nello stesso periodo del 2008 ne sono arrivati 23.600, con un aumento del 60%. Abbiamo quindi individuato le dieci regioni, che ne erano sprovviste, dove costruire i nuovi centri per gli immigrati". Maroni ha spiegato inoltre che la Commissione europea ha dato il via libera a due decreti legislativi, quello per i richiedenti asilo e quello relativo ai ricongiungimenti familiari. Per quel che riguarda le richieste di asilo, nel 2007 ci sono state 14 mila domande e per questo e' nata la necessita' di mettere a punto delle procedure che evitino gli abusi. Oggi, se un clandestino arriva viene messo in un centro di accoglienza chiuso mentre i richiedenti asilo vanno in centri aperti e da dove possono fuggire. Quindi, quanti chiederanno asilo saranno destinati ad un luogo dove soggiornare, sotto la tutela di qualcuno che funga da garante. Per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari, si dovra' fare in modo che l''identita' venga dimostrata in maniera inconfutabile e, se le autorita' consolari di un Paese non riescono ad accertare la parentela con un immigrato residente in Italia si potra' fare ricorso all'analisi del dna, analisi che sara' a carico del richiedente. (AGI) - Roma, 23 set. -
Roberto Maroni, ministro dell'Interno, al termine del Consiglio dei ministri spiega ai giornalisti le numerose decisioni prese dal governo. Innanzitutto i 500 militari che saranno inviati per un maggior controllo del territorio nelle zone ad alto rischio di criminalita' e il finanziamento di dieci nuovi centri per immigrati con i fondi relativi al 2008, 2009, 2010. "Nel 2007 - ha spiegato Maroni - da gennaio a fine settembre sono giunti in Italia 14.200 immigrati; nello stesso periodo del 2008 ne sono arrivati 23.600, con un aumento del 60%. Abbiamo quindi individuato le dieci regioni, che ne erano sprovviste, dove costruire i nuovi centri per gli immigrati". Maroni ha spiegato inoltre che la Commissione europea ha dato il via libera a due decreti legislativi, quello per i richiedenti asilo e quello relativo ai ricongiungimenti familiari. Per quel che riguarda le richieste di asilo, nel 2007 ci sono state 14 mila domande e per questo e' nata la necessita' di mettere a punto delle procedure che evitino gli abusi. Oggi, se un clandestino arriva viene messo in un centro di accoglienza chiuso mentre i richiedenti asilo vanno in centri aperti e da dove possono fuggire. Quindi, quanti chiederanno asilo saranno destinati ad un luogo dove soggiornare, sotto la tutela di qualcuno che funga da garante. Per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari, si dovra' fare in modo che l''identita' venga dimostrata in maniera inconfutabile e, se le autorita' consolari di un Paese non riescono ad accertare la parentela con un immigrato residente in Italia si potra' fare ricorso all'analisi del dna, analisi che sara' a carico del richiedente. (AGI) - Roma, 23 set. -
lunedì 22 settembre 2008
Campagna di comunicazione sull’integrazione dei migranti
Partirà ad ottobre la campagna di comunicazione sull’integrazione delle persone immigrate, promossa dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.
La campagna si pone l’obiettivo di favorire la convivenza nella nostra società tra cittadini stranieri e cittadini italiani mediante l’informazione e la diffusione dei principi fondamentali della Costituzione, dell’ordinamento giuridico nazionale e dei percorsi di inclusione sociale, elementi essenziali per creare e sostenere un dialogo interculturale effettivo e consapevole.
La maggiore consapevolezza dei diritti e dei doveri di cui sono titolari i cittadini migranti e la migliore conoscenza del fenomeno migratorio da parte dei cittadini italiani verranno promosse attraverso iniziative a carattere specifico integrate tra loro: un tour di contatto, tornei di calcio a cinque e una campagna pubblicitaria.
Durante i “tour di contatto per l’integrazione” operatori specializzati incontreranno le persone immigrate nelle loro città di residenza (Roma, Torino, Milano, Brescia, Vicenza, Treviso, Bari e Palermo) e nei loro abituali luoghi di ritrovo per svolgere attività di supporto e per distribuire il vademecum “Immigrazione: come, dove, quando”, una pubblicazione in 8 lingue realizzata per accompagnare il cittadino straniero nel suo percorso d'integrazione e per aiutarlo nella soluzione dei problemi quotidiani più frequenti: dal contratto di lavoro all'iscrizione dei figli a scuola, dal rilascio della patente all'apertura di un conto corrente in banca. Una sezione apposita è dedicata alle principali norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, per favorirne la conoscenza e per sottolineare l’importanza dell’utilizzo degli strumenti di protezione. Il vademecum, attualmente in corso di ristampa, sarà consultabile anche sul sito istituzionale www.lavoro.gov.it. Durante i tour di contatto, che saranno preceduti da una campagna di comunicazione locale per promuovere l’iniziativa, si svolgerà un concorso a premi che metterà in palio servizi e beni di prima necessità per tutti i partecipanti.
I “tornei di calcio per l’integrazione”, organizzati in collaborazione con la Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti), si svolgeranno in 8 città, significative dal punto di vista della presenza di popolazione straniera: Roma, Milano, Torino, Venezia, Mantova, Lecce, Prato e Modena. Ogni torneo di calcio a 5 durerà un mese e mezzo e vedrà in ogni sede la partecipazione di 8 squadre, ciascuna di 12 giocatori. Le formazioni “miste” saranno composte da 6 cittadini italiani e 6 stranieri. L’iscrizione al torneo e il materiale tecnico saranno gratuiti. In ogni città l’evento sarà preceduto da incontri con le comunità straniere locali.
La campagna sarà sostenuta da una comunicazione multimediale, pensata per raggiungere sia la popolazione italiana sia quella immigrata, articolata su diversi mezzi: televisione, stampa, radio, affissioni e internet. L’on air della campagna sarà il 5 ottobre.
L’intera campagna sarà lanciata il 26 settembre a Lampedusa nell’ambito della 2^ edizione de “Gli uomini della storia accanto”, tavola rotonda sul fenomeno migratorio e sul valore dell’integrazione tra culture, alla quale parteciperanno diverse Istituzioni e Organizzazioni Internazionali non governative. L’appuntamento rientra nel calendario del Festival “O’Scià”, manifestazione ideata dall’omonima Fondazione del Maestro Claudio Baglioni, in programma nelle Isole Pelagie dal 24 al 27 settembre.
venerdì 19 settembre 2008
Elettricità: bonus sociale, al via le modalità applicative
Interessati 5 milioni di clienti in condizioni di disagio economico – Fino a 135 euro di ‘sconto’
Al via le modalità applicative necessarie per l’attivazione da parte degli operatori del nuovo regime di protezione sociale che garantirà un risparmio del 20% circa sulle bollette dell’energia elettrica ai clienti domestici in condizioni di disagio economico. Il valore del ‘bonus’ sarà differenziato a seconda della numerosità del nucleo familiare (60 euro/anno per un nucleo familiare di 1-2 persone, 78 euro/anno per 3-4 persone, 135 euro/anno per un numero di persone superiore a 4). A regime, si stima che potranno beneficiare della compensazione sociale circa 5 milioni di clienti disagiati, ai quali saranno assegnati, nel complesso circa 384 milioni di euro l’anno.
Il sistema sarà pienamente operativo dal gennaio 2009 e prevede che il godimento del bonus possa essere anche retroattivo per tutto il 2008, per le richieste effettuate entro il 28 febbraio 2009 (delibera ARG/elt 117/08, disponibile sul sito www.autorita.energia.it). Nel corso delle prossime settimane, l’Autorità, gli operatori e i Comuni renderanno disponibili informazioni di dettaglio per la presentazione da parte dei clienti della richiesta per essere ammessi al bonus sociale.
Il bonus per i clienti domestici disagiati: chi può chiederloPotranno accedere al bonus sociale, secondo quanto stabilito dal decreto interministeriale 28 dicembre 2007, tutti i nuclei familiari che dispongono di un ISEE, il cui valore sia inferiore o uguale a 7500 euro. L’ISEE è l’indicatore di situazione economica equivalente, che permette di misurare la condizione economica delle famiglie, tenendo conto del reddito, del patrimonio mobiliare-immobiliare e delle caratteristiche di numerosità e tipologia. E’ già ampiamente utilizzato per l’accesso ad altre prestazioni a carattere sociale, soprattutto a livello locale. A titolo puramente esemplificativo, un nucleo familiare composto da padre, madre e due figli, monoreddito, in affitto e senza ulteriori disponibilità patrimoniali, rientra nella soglia ISEE di 7.500 con reddito annuo lordo fino a circa 23.400 euro.
Come chiedere il bonusUna volta attivato l’apposito sistema informatico per far fronte alle richieste, che secondo la delibera dell’Autorità dovrebbe essere completato entro 90 giorni, il cliente domestico disagiato potrà fare richiesta di accesso al bonus recandosi presso il proprio Comune di residenza con l’attestazione del valore ISEE. Il cliente finale interessato dovrà anche presentare le indicazioni sulla sua fornitura elettrica (già reperibili su ogni bolletta) e sulla numerosità della famiglia anagrafica.
La domanda, dopo gli opportuni controlli, darà diritto al riconoscimento della compensazione per 12 mensilità (salvo rinnovo).
La riforma della tariffa domesticaPer recuperare i circa 384 milioni di euro necessari all’erogazione del bonus sociale, è prevista l’introduzione di una nuova componente tariffaria (denominata As) che verrà applicata alla generalità dell’utenza (domestica e non), ad esclusione dei soggetti destinatari della compensazione.
L’applicazione del bonus, non comporterà comunque variazioni della spesa elettrica della famiglia tipo (con consumi di 2.700 kWh/anno e 3 kW di potenza impegnata). Contestualmente all’introduzione del regime di tutela sociale, con la delibera ARG/elt 117/08, l’Autorità ha infatti disposto la revisione della struttura tariffaria applicata alla generalità della clientela domestica. Il nuovo regime sarà in vigore dal 1 gennaio 2009 e comporta alcune novità di rilievo.
In particolare, grazie ad alcune rimodulazioni del sistema verrà di fatto assicurato un ulteriore riallineamento della tariffa ai reali costi sottostanti, riassorbendo parzialmente i meccanismi di sovvenzione incrociata, presenti nell’attuale sistema tariffario.
Il riallineamento comporterà una diminuzione di spesa di qualche punto percentuale per i consumi medio-alti (2700-4800 kWh/anno) nelle abitazioni di residenza, situazione che interessa tipicamente le famiglie numerose. Allo stesso tempo, vi sarà un aumento di spesa per i consumi molto alti (sopra i 5000 kWh/anno) e per quelli bassi (ad esempio single benestanti).
mercoledì 17 settembre 2008
UNIONE EUROPEA: ITALIA CAMBI NORMATIVA SULLA SICUREZZA
La Commissione Ue ha chiesto all'Italia di modificare alcuni parti della legislazione gia' in vigore sulla sicurezza. Tra queste, la norma che introduce l'aggravante della clandestinita' per gli immigrati che commettono un reato, che non e' conforme al diritto comunitario
Bruxelles, 17 set. (Apcom) - La Commissione europea ha chiesto al governo italiano di modificare il decreto legge che, lo scorso luglio, ha modificato l'art.61 del codice penale, aggiungendo la residenza illegale tra le circostanze aggravanti in caso di reato, senza alcuna distinzione tra extracomunitari e cittadini di altri paesi dell'Ue. Lo ha precisato, oggi a Bruxelles, il portavoce del commissario europeo alla Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot. Secondo il portavoce, Michele Cercone, l'Italia dovrà "mettere in linea" questa legislazione con il diritto comunitario, che non consente differenze di trattamento fra cittadini Ue, da qualunque Stato membro provengano.
In sostanza, Barrot contesta il fatto che in Italia un cittadino di un altro Stato membro che commette un reato, se in situazione di residenza irregolare, non possa godere delle attenuanti generiche accessibili ai cittadini italiani, e che il suo reato sia considerato passibile di una pena più grave.
Il decreto sotto accusa, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 luglio scorso, è entrato in vigore il giorno successivo. Ieri, il Servizio giuridico del Parlamento europeo ha emesso un parere in cui lo considera incompatibile con il diritto Ue, e l'eurodeputata liberale romena Adina Valean ha chiesto immediatamente a Barrot di intervenire, deferendo l'Italia alla Corte di giustizia europea. Lo stesso Barrot aveva già espresso, e ha ripetuto ieri, le sue perplessità sul fatto di considerare la residenza illegale degli stranieri come una circostanza aggravante per chi compie un reato.
"Ci sono attualmente - ha detto Cercone rispondendo a un cronista durante la conferenza stampa odierna della Commissione europea - una serie di discussioni in corso con il governo italiani sull'insieme dei decreti che ci sono stati presentati il primo agosto. Ci sono tre decreti che non sono ancora entrati in vigore e per i quali siamo in contatto con le autorità italiane e su cui abbiamo chiaramente indicato quali sono secondo noi le modifiche che devono essere introdotte per essere sicuri che questi decreti siano in linea con il diritto comunitario".
A una nuova domanda che chiedeva una risposta più specifica sul decreto in questione, puntualizzando che è già entrato in vigore, il portavoce ha replicato: "Barrot vuole e considera suo dovere vegliare affinché le legislazioni degli Stati membri siano in applicazione delle direttive europee, e desidera avere un diritto chiaro, consolidato, compatibile con il diritto comunitario. Nel caso specifico - ha finalmente precisato Cercone - è chiaro che chiederemo e abbiamo già chiesto al governo italiano di introdurre le modifiche necessarie, e faremo tutto ciò che è in nostro potere e nelle nostre competenze per essere scuri che le leggi italiane restino in linea con il diritto Ue".
Oltre ai tre decreti non ancora in applicazione, ha aggiunto il portavoce, "ci sono anche delle modifiche che abbiamo chiesto su una parte della legislazione che è già in vigore, e che non ci è stata notificata, ma sulla quale ci siamo attivati e che abbiamo esaminato. E anche veglieremo anche su questa parte della legislazione affinché sia in linea con il diritto comunitario. Abbiamo già chiarmente fatto capire al govermo italiano - ha concluso Cercone - che ci sono delle modifiche da approtare affinché queste legislazione sia effettivamente in linea con il diritto comunitario".
Secondo fonti della Commissione, i contatti in corso fra Bruxelles e le autorità italiane fanno prevedere che il governo modificherà presto il decreto nel senso richiesto da Barrot. Non è chiaro se l'aggravante di reato, a questo punto, sarebbe eliminata del tutto o se, come appare più probabile, verrebbero "graziati" solo i cittadini comunitari (secondo la specifica richiesta di Bruxelles). In questo caso, la discriminazione di sposterebbe su un altro piano, non più di stretta competenza della Corte di giustizia Ue e della Commissione europea.
lunedì 15 settembre 2008
Apre a Cosenza il Consolato per i Romeni in Italia
Dopo più di due anni, saranno attivi da questo mese i tre nuovi consolati di Bologna, Cosenza e Trieste. Il Governo romeno ha dato il via libera alla nomina di tre diplomatici di carriera alla guida delle tre rappresentanze.
Notizie utili per i romeni che vivono in Italia. Dopo un iter lungo più di due anni, le autorità di Bucarest attiveranno da questo mese tre nuovi consolati a Bologna, Cosenza e Trieste. Il Governo romeno ha dato il via libera alla nomina di tre diplomatici di carriera alla guida delle nuove rappresentanze diplomatiche: Dan Eugen Pineta, ex direttore dell’Accademia di Romania a Roma diventa così console a Bologna; Petre Liţiu a Cosenza ed infine Radu Octavian Dobre a Trieste.
L’esecutivo ha nominato un nuovo console anche a Torino, dopo che l’ex capo della missione era entrato in conflitto con il ministro romeno del Lavoro che lo accusava di non aver organizzato al meglio l’ultima “borsa lavoro” per gli immigrati romeni che vogliono rientrare in patria. Il nuovo console, Iulia Buje, arriva direttamente da Lione, dove aveva diretto il consolato generale romeno, e vanta una lunga esperienza diplomatica in Italia, avendo ricoperto già l’incarico di console generale a Milano tra il 1998 e il 2002. L’apertura dei tre consolati romeni mira rafforzare la rete dei consolati generali (Milano, Roma, Torino) e dei cinque consolati onorari (Firenze, Treviso Asolo, Genova, Trento, Bari), ma anche i rapporti bilaterali italo - romeni.
La nomina dei nuovi consoli avviene a pochi giorni dal primo vertice congiunto dei governi italiano e romeno, che si terrà il prossimo 9 ottobre a Roma. “In contemporanea - ha annunciato Ovidiu Silaghi, ministro romeno per le Piccole e medie imprese, durante il suo primo incontro a Bucarest con Mario Cospito, il nuovo ambasciatore d'Italia in Romania - il governo romeno lancerà a Roma, Milano e Torino una nuova campagna per promuovere l'immagine della Romania”.
”Il tutto – ha aggiunto Silaghi - perché, anche se in Romania si contano 26.400 imprese a capitale italiano e 327 voli settimanali verso l'Italia, molti italiani non conoscono il potenziale imprenditoriale, turistico e culturale romeno”.
Flussi. I patronati: “Accogliere tutte le domande”
Roma – 10 settembre 2008 - Accogliere tutte le domande già presentate e trovare un sistema migliore per le prossime corse alle quote.
È l’unico modo per uscire dall’empasse dei flussi d’ingresso e sanare il divario tra sommersi (la stragrande maggioranza) e salvati dei clic day. Soprattutto ora che è stata messa in discussione l’equità delle graduatorie .
A invocare questa soluzione sono i patronati del Ce.Pa., sigla che riunisce Acli, Inas-Cisl, Inca-Cgil, Ital-Uil. Attraverso i loro sportelli a dicembre scorso sono partite centinaia di migliaia di domande di assunzione, ma proprio queste spedizioni cumulative sarebbero state rallentate da blocchi del sistema informatico simili a quello denunciato a Milano.
“Avevamo denunciato da subito i problemi, che ovviamente passano in secondo piano di fronte alla differenza schiacciante tra domande presentate e posti disponibili. Ora seguiamo con attenzione l’esito del ricorso, le conseguenze potrebbero essere molto gravi” spiega a Stranieriinitalia.it Enrico Moroni, coordinatore nazionale e responsabile immigrazione dell’Inca, patronato che attualmente presiede il Ce.Pa.
Il rischio è che, anche in seguito ad altri ricorsi, si scateni quella che Moroni chiama “una guerra tra poveri”, del tipo: mettiamo in graduatoria qualcuno, ma tiriamo fuori qualcun altro. “Insomma alla fine a fare le spese di questa situazione sarebbero sempre i lavoratori e chi li ha chiamati, la soluzione dovrebbe invece essere generale”.
Ecco allora la via d’uscita: “Un nuovo decreto che permetta di accettare le domande già presentate se hanno i requisiti per portare a termine l’assunzione. Bisogna poi sedersi intorno a un tavolo –dice il rappresentante dell’Inca – e risolvere i problemi tecnici che ancora rallentano l’esame delle domande. Inoltre, perché le graduatorie in molte province non sono state ancora pubblicate?”.
Il nodo principale rimane comunque il sistema con cui vengono assegnati gli ingressi. “Questo terno al lotto che premia solo chi arriva per primo è inaccettabile” ribadisce Moroni. “I patronati – ricorda - hanno offerto assistenza gratuita in base a un protocollo col Viminale, hanno evitato file alle prefetture e alla fine sono stati addirittura penalizzati. Praticamente cornuti e mazziati…”
da: www.stranierinitalia.it
È l’unico modo per uscire dall’empasse dei flussi d’ingresso e sanare il divario tra sommersi (la stragrande maggioranza) e salvati dei clic day. Soprattutto ora che è stata messa in discussione l’equità delle graduatorie .
A invocare questa soluzione sono i patronati del Ce.Pa., sigla che riunisce Acli, Inas-Cisl, Inca-Cgil, Ital-Uil. Attraverso i loro sportelli a dicembre scorso sono partite centinaia di migliaia di domande di assunzione, ma proprio queste spedizioni cumulative sarebbero state rallentate da blocchi del sistema informatico simili a quello denunciato a Milano.
“Avevamo denunciato da subito i problemi, che ovviamente passano in secondo piano di fronte alla differenza schiacciante tra domande presentate e posti disponibili. Ora seguiamo con attenzione l’esito del ricorso, le conseguenze potrebbero essere molto gravi” spiega a Stranieriinitalia.it Enrico Moroni, coordinatore nazionale e responsabile immigrazione dell’Inca, patronato che attualmente presiede il Ce.Pa.
Il rischio è che, anche in seguito ad altri ricorsi, si scateni quella che Moroni chiama “una guerra tra poveri”, del tipo: mettiamo in graduatoria qualcuno, ma tiriamo fuori qualcun altro. “Insomma alla fine a fare le spese di questa situazione sarebbero sempre i lavoratori e chi li ha chiamati, la soluzione dovrebbe invece essere generale”.
Ecco allora la via d’uscita: “Un nuovo decreto che permetta di accettare le domande già presentate se hanno i requisiti per portare a termine l’assunzione. Bisogna poi sedersi intorno a un tavolo –dice il rappresentante dell’Inca – e risolvere i problemi tecnici che ancora rallentano l’esame delle domande. Inoltre, perché le graduatorie in molte province non sono state ancora pubblicate?”.
Il nodo principale rimane comunque il sistema con cui vengono assegnati gli ingressi. “Questo terno al lotto che premia solo chi arriva per primo è inaccettabile” ribadisce Moroni. “I patronati – ricorda - hanno offerto assistenza gratuita in base a un protocollo col Viminale, hanno evitato file alle prefetture e alla fine sono stati addirittura penalizzati. Praticamente cornuti e mazziati…”
da: www.stranierinitalia.it
Click day immigrati: la difesa del Ministero dell'Interno
Il Tar della Lombardia ha ordinato alla Prefettura di Milano di sospendere per un mese il rilascio dei nulla osta non ancora consegnati ai lavoratori extracomunitari che avevano partecipato al 'click day' del 15 dicembre scorso
La procedura del decreto flussi 2007, che assegna i permessi di soggiorno a 170mila lavoratori di Paesi extra Ue, potrebbe non uscire indenne da un tribunale amministrativo. L'ordinanza del Tar Lombardia del 27 agosto, che blocca il rilascio dei nulla osta a Milano fino al 21 ottobre accogliendo un ricorso della Cisl, crea un precedente. E costringe il ministero dell'Interno alla mossa obbligata: opporsi alla sospensiva.
Il rompicapo in mano ai giudici riguarda il 15 dicembre, primo dei tre «click day» riservato ai cittadini di Paesi con una corsia preferenziale perché hanno firmato accordi bilaterali con l'Italia. Nelle prime cinque ore della gara, il computer centrale del Viminale si era inceppato: respingeva le domande con cognomi cingalesi perché troppo lunghi (l'altra spiegazione: il cervellone non riconosceva un carattere dell'alfabeto). Adesso, però, il problema non è dei cittadini cingalesi le cui domande grazie a questo contrattempo sono state messe in una graduatoria a parte ma degli extracomunitari di altri Paesi che stavano subito dietro: i nomi dello Sri Lanka hanno creato un tappo, le domande a seguire sono state ricevute con ritardoe l'orario di invio è il primo dei criteri per formare la graduatoria dei 170mila posti disponibili.
«Credo che nessuno possa mettere in discussione i diritti acquisiti dei 70mila lavoratori che hanno già ottenuto il nulla osta, sarebbe ingiusto. Verificheremo se qualcuno è stato danneggiato e daremo al Tar le spiegazioni che chiede», dice Mario Morcone, capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale che ha gestito la prima procedura tutta telematica dei flussi migratori.
Al ministero confidano nel fatto che l'irregolarità riguarda circa mille richieste su 740mila. Che su 140mila pratiche finora esaminate, il 40% si "autoesclude" per reddito inadeguato, stop della questura, obiezioni della direzione provinciale del lavoro. Che nella pratica sono state accolte richieste inviate dai sindacati alle tre di pomeriggio, a dispetto della voce comune che vuole le quote esaurite dopo i primi minuti dall'inizio della gara (il problema riguarda soprattutto i pacchetti di domande inviate dai patronati, non quelle dei privati). Finora, poi, il Tar lombardo ha solo chiesto alla prefettura di Milano di fare delle verifiche e ha rimandato tutto al 21 ottobre. Ma un'applicazione letterale delle norme e un eccesso di zelo potrebbero far saltare tutta la procedura.
martedì 9 settembre 2008
Elenchi aggiornati dei permessi di soggiorno pronti da ritirare alla Questura di Cosenza
Al fine di evitare lunghe ed inutili code allo sportello dell'Ufficio Immigrazione della locale Questura, nonché dei Commissariati di P.S. di Rossano, Castrovillari e Paola, sono stati creati due elenchi in formato PDF dai quali si possono evincere i permessi di soggiorno dei cittadini extracomunitari pronti per la consegna.
Gli elenchi, nel rispetto della privacy sono formati da soli caratteri alfanumerici riscontrabili sulla ricevuta di presentazione dell'istanza o sulla ricevuta postale ( numero bollettino - numero assicurata ) in possesso del richiedente.
Il cittadino extracomunitario che riscontra sugli elenchi l'avvenuta definizione della propria pratica, può ritirare il documento presso l'ufficio in cui ha presentato l'istanza, solo i PSE devono essere ritirati presso lo sportello dell'Ufficio Immigrazione della Questura.
Link:
PERMESSI DI SOGGIORNO ELETTRONICI:
http://questure.poliziadistato.it/file/1310_2699.pdf
PERMESSI DI SOGGIORNO CARTACEI:
http://questure.poliziadistato.it/file/1310_2700.pdf
Gli elenchi, nel rispetto della privacy sono formati da soli caratteri alfanumerici riscontrabili sulla ricevuta di presentazione dell'istanza o sulla ricevuta postale ( numero bollettino - numero assicurata ) in possesso del richiedente.
Il cittadino extracomunitario che riscontra sugli elenchi l'avvenuta definizione della propria pratica, può ritirare il documento presso l'ufficio in cui ha presentato l'istanza, solo i PSE devono essere ritirati presso lo sportello dell'Ufficio Immigrazione della Questura.
Link:
PERMESSI DI SOGGIORNO ELETTRONICI:
http://questure.poliziadistato.it/file/1310_2699.pdf
PERMESSI DI SOGGIORNO CARTACEI:
http://questure.poliziadistato.it/file/1310_2700.pdf
Flussi, dopo nove mesi assegnata meno di metà dei posti
Dopo nove mesi, su 170mila nuove assunzioni di cittadini extracomunitari messe a disposizione dal Decreto flussi 2007, quelle che hanno avuto il via libera sono appena 76mila. Vuol dire che gli Sportelli unici immigrazione non sono neppure a metà del lavoro. Lo rivelano gli ultimi dati del ministero dell’Interno aggiornati a ieri, 8 settembre.
Su 170mila posti disponibili, sono precisamente 76.869 i nulla osta concessi dagli uffici. Cioè circa il 45%. Perché se è vero che molti Sportelli unici provinciali hanno assegnato più di metà dei propri posti, si tratta soprattutto di uffici di quelle province dove i lavoratori stranieri non sono particolarmente richiesti. Fa eccezione, fra le metropoli, solo Milano dove lo Sportello unico ha già assegnato il 77,7% dei nulla osta disponibili.
I dati aggiornati del Viminale confermano poi che la percentuale di domande respinte è altissima: circa il 40%. Infatti, le domande in cui esame è stato completato sono 126.586. Di queste, però, ben 9.344 hanno avuto esito negativo in questura, per la presenza di motivi ostativi all’assunzione come una precedente espulsione.
Altre 35.078 invece sono state bocciate dalle Direzioni provinciali del lavoro per reddito insufficiente da parte di chi assume o irregolarità nel tipo di contratto applicato. Infine, 5.295 pratiche sono state “chiuse” perché il datore di lavoro non intende più procedere all’assunzione. Ci sono poi 4.296 domande ancora in lavorazione, per le quali però la Direzione provinciale del lavoro ha richiesto dei documenti mancanti. E’ probabile che almeno alcune di queste finiranno comune nel cestino.
Se la percentuale dei rifiuti resterà così alta, per assegnare 170mila nulla osta gli Sportelli unici dovranno esaminare quasi il doppio delle pratiche, e i tempi continueranno a dilatarsi. Il nuovo sistema informatico introdotto a dicembre scorso doveva accorciare i tempi per le assunzioni dall’estero. Ma se il trend sarà confermato (8.500 nulla osta al mese), l’ultimo sarà consegnato fra quasi un anno. Cioè, una famiglia che ha chiesto di assumere una colf a dicembre del 2007 potrebbe ricevere risposta a settembre 2009.
Articolo di Chiara Righetti - Metropoli La Repubblica - 09/09/2008
Su 170mila posti disponibili, sono precisamente 76.869 i nulla osta concessi dagli uffici. Cioè circa il 45%. Perché se è vero che molti Sportelli unici provinciali hanno assegnato più di metà dei propri posti, si tratta soprattutto di uffici di quelle province dove i lavoratori stranieri non sono particolarmente richiesti. Fa eccezione, fra le metropoli, solo Milano dove lo Sportello unico ha già assegnato il 77,7% dei nulla osta disponibili.
I dati aggiornati del Viminale confermano poi che la percentuale di domande respinte è altissima: circa il 40%. Infatti, le domande in cui esame è stato completato sono 126.586. Di queste, però, ben 9.344 hanno avuto esito negativo in questura, per la presenza di motivi ostativi all’assunzione come una precedente espulsione.
Altre 35.078 invece sono state bocciate dalle Direzioni provinciali del lavoro per reddito insufficiente da parte di chi assume o irregolarità nel tipo di contratto applicato. Infine, 5.295 pratiche sono state “chiuse” perché il datore di lavoro non intende più procedere all’assunzione. Ci sono poi 4.296 domande ancora in lavorazione, per le quali però la Direzione provinciale del lavoro ha richiesto dei documenti mancanti. E’ probabile che almeno alcune di queste finiranno comune nel cestino.
Se la percentuale dei rifiuti resterà così alta, per assegnare 170mila nulla osta gli Sportelli unici dovranno esaminare quasi il doppio delle pratiche, e i tempi continueranno a dilatarsi. Il nuovo sistema informatico introdotto a dicembre scorso doveva accorciare i tempi per le assunzioni dall’estero. Ma se il trend sarà confermato (8.500 nulla osta al mese), l’ultimo sarà consegnato fra quasi un anno. Cioè, una famiglia che ha chiesto di assumere una colf a dicembre del 2007 potrebbe ricevere risposta a settembre 2009.
Articolo di Chiara Righetti - Metropoli La Repubblica - 09/09/2008
lunedì 1 settembre 2008
India: le Acli digiunano contro le violenze
Domenica 7 settembre l'iniziativa promossa dai vescovi indiani a sostegno dei cristiani perseguitati
Roma, 29 agosto 2008 - Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani aderiscono alla giornata di digiuno e preghiera programmata per domenica 7 settembre dalla Conferenza episcopale indiana in reazione alle gravissime violenze nei confronti dei cristiani nello Stato dell'Orissa. Una forma di protesta pacifica e non violenta scelta coraggiosamente dai vescovi nel solco della tradizione indiana del dharna, per richiamare l'attenzione della comunità nazionale e internazionale sulle tragiche vicende di queste ore e pregare insieme - nelle parole del cardinale Varkey Vithayanthil - 'per l'armonia tra le religioni e la pace in India'.«Le violenze di questi giorni contro le comunità cristiane non possono essere passate sotto silenzio - afferma il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero -. E' in gioco, in questo grande Paese e in tutto il mondo, la libertà di vivere e manifestare la propria fede religiosa, contro ogni fondamentalismo. Gli omicidi, le distruzioni di chiese e le razzie in conventi e abitazioni, che hanno spinto decine di migliaia di persone ad abbandonare i propri villaggi, ci mettono di fronte ad una violenza cieca, che può essere arrestata solo da un intervento forte del governo indiano, fino ad oggi assente, che deve essere richiesto con forza da tutta la comunità internazionale. Infine la comunità cristiana, ovunque sia presente, deve sentirsi chiamata a condividere le sofferenze dei propri fratelli perseguitati».«Le Acli - continua Olivero - si sono sempre schierate a fianco di chi lotta pacificamente per affermare la propria identità e la propria fede, dai tanti migranti nel nostro Paese fino ai monaci birmani. Chiedono quindi ai propri associati e a tutti i cittadini che condividono i valori della pace e della libertà di unirsi al digiuno promosso dalla Conferenza episcopale indiana per la giornata di domenica 7 settembre. Un gesto di forte valenza sociale, perchè attraverso la propria personale testimonianza si chiede un cambiamento della realtà, un atto di giustizia, ed al contempo si esprime la vicinanza e condivisione con le vittime della violenza. Come cittadini e come cristiani non possiamo rimanere spettatori del male: il digiuno e la preghiera sono per noi atti concreti, politici e spirituali, per dare testimonianza, anche in questo momento buio per la Chiesa indiana, della nostra speranza».
Roma, 29 agosto 2008 - Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani aderiscono alla giornata di digiuno e preghiera programmata per domenica 7 settembre dalla Conferenza episcopale indiana in reazione alle gravissime violenze nei confronti dei cristiani nello Stato dell'Orissa. Una forma di protesta pacifica e non violenta scelta coraggiosamente dai vescovi nel solco della tradizione indiana del dharna, per richiamare l'attenzione della comunità nazionale e internazionale sulle tragiche vicende di queste ore e pregare insieme - nelle parole del cardinale Varkey Vithayanthil - 'per l'armonia tra le religioni e la pace in India'.«Le violenze di questi giorni contro le comunità cristiane non possono essere passate sotto silenzio - afferma il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero -. E' in gioco, in questo grande Paese e in tutto il mondo, la libertà di vivere e manifestare la propria fede religiosa, contro ogni fondamentalismo. Gli omicidi, le distruzioni di chiese e le razzie in conventi e abitazioni, che hanno spinto decine di migliaia di persone ad abbandonare i propri villaggi, ci mettono di fronte ad una violenza cieca, che può essere arrestata solo da un intervento forte del governo indiano, fino ad oggi assente, che deve essere richiesto con forza da tutta la comunità internazionale. Infine la comunità cristiana, ovunque sia presente, deve sentirsi chiamata a condividere le sofferenze dei propri fratelli perseguitati».«Le Acli - continua Olivero - si sono sempre schierate a fianco di chi lotta pacificamente per affermare la propria identità e la propria fede, dai tanti migranti nel nostro Paese fino ai monaci birmani. Chiedono quindi ai propri associati e a tutti i cittadini che condividono i valori della pace e della libertà di unirsi al digiuno promosso dalla Conferenza episcopale indiana per la giornata di domenica 7 settembre. Un gesto di forte valenza sociale, perchè attraverso la propria personale testimonianza si chiede un cambiamento della realtà, un atto di giustizia, ed al contempo si esprime la vicinanza e condivisione con le vittime della violenza. Come cittadini e come cristiani non possiamo rimanere spettatori del male: il digiuno e la preghiera sono per noi atti concreti, politici e spirituali, per dare testimonianza, anche in questo momento buio per la Chiesa indiana, della nostra speranza».
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