Ieri anche a Cosenza si è svolto il "Clandestino day", come in altre 70 città italiane, con ben 400 associazioni coinvolte a promuovere una giornata di riflessione, rivendicazione di diritti, informazione e sensibilizzazione contro il pacchetto sicurezza, contro i razzismi di ogni genere e con gli immigrati.
A Cosenza la manifestazione "Io accolgo i clandestini" tra le altre associazioni vedeva impegnate Baobab, Caritas Migrantes, Acli.
È stato un bel momento di confronto con i migranti, un momento in cui chi è davvero disposto ad "accogliere" tutti, di qualsiasi colore siano, qualsiasi lingua parlino, da qualsiasi paese vengano, hanno (abbiamo) potuto dimostrare che siamo davvero disposti ad accogliere anche chi è definito "clandestino", e soprattutto diventa criminale solo per questa condizione nella quale non è nato, ma in cui è stato ricacciato da una legge ingiusta.
Ieri sera è stato possibile fare davvero "casa comune" con persone come Mel, filippina che vive in Italia da 18 anni e si impegna ogni giorno per i diritti dei suoi amici migranti, Farid, profugo afgano - scappato da un paese in guerra - che per venire in Italia ha affrontato un viaggio lungo e terribile dal quale si sono salvate 11 persone su 35, Eric, africano che nello scorso inverno ha vissuto nella famosa Ex-Cartiera di Rosarno, Fatima (che piangeva e non riusciva a raccontare la sua storia), tunisina che è in Italia dal 1993, che è stata per anni regolare, fino a quando "per colpa" di una grave malattia (tumore) è diventata inabile al lavoro, non ha potuto più lavorare, ha vissuto per un po´ con una pensione di invalidità fino a che la legge e la burocrazia hanno iniziato a giocare con la sua vita: la questura non le ha più rinnovato il permesso di soggiorno perché senza lavoro, l´INPS non le ha più concesso la pensione di invalidità perché senza permesso, la questura non le dà il permesso perché non ha più nemmeno il reddito dell´INPS...
Ieri è stato possibile fare "casa comune" con la cinese Celin e la bellissima Angela, con i bravi Lindara e Ibrahim, con la famiglia dell´Ecuador, con i ragazzi della Casa del Migrante che vendevano le verdure coltivate da loro senza essere sfruttati e usando tecniche biologiche...
Grazie all´incontro di ieri, le persone che erano presenti hanno potuto davvero nella concretezza sperimentare cosa significa incontrare lo sguardo dell´altro, scendere dal "sicomoro delle nostre sicurezze" e andare incontro al Signore che in questi fratelli dimora...
Grazie all´incontro di ieri, le persone che erano presenti hanno potuto davvero nella concretezza sperimentare cosa significa incontrare lo sguardo dell´altro, scendere dal "sicomoro delle nostre sicurezze" e andare incontro al Signore che in questi fratelli dimora...